“La nostra dottrina, diceva Engels parlando di se stesso e del suo celebre amico, non è un dogma, ma una guida per l’azione. Questa classica formula sottolinea con forza e concisione meravigliose quell’aspetto del marxismo che a ogni istante viene perso di vista. E perdendolo di vista, noi facciamo del marxismo una cosa unilaterale, deforme e morta; lo svuotiamo del suo vivo contenuto, scalziamo le sue basi teoriche fondamentali: la dialettica, la dottrina dell’evoluzione storica multiforme e piena di contraddizioni; indeboliamo il suo legame con i precisi compiti pratici dell’epoca, che possono cambiare a ogni nuova svolta della storia. e proprio nei nostri tempi, fra coloro che si interessano delle sorti del marxismo in Russia, s’incontrano molto spesso persone che perdono di vista appunto questo aspetto del marxismo. Pertanto tutti si rendono conto che in questi ultimi anni in Russia si sono avute svolte repentine che hanno modificato con una rapidità sorprendente e in modo eccezionalmente brusco la situazione, la situazione sociale e politica che determina in modo diretto e immediato le condizioni dell’azione, e quindi gli obiettivi di questa azione. (…) Appunto perché il marxismo non è un dogma morto, non è una dottrina compiuta, bell’e pronta, immutabile, ma una guida viva per l’azione, esso doveva necessariamente riflettere il cambiamento eccezionalmente brusco avvenuto nelle condizioni della vita sociale. La disgregazione profonda, la confusione, i tentennamenti di ogni genere, in una parola, una gravissima crisi ‘interna’ del marxismo è stato il riflesso di questo cambiamento. L’azione vigorosa contro questa disgregazione, la lotta decisa e tenace per la difesa dei ‘principi’ del marxismo è stata di nuovo posta all’ordine del giorno. Strati estremamente larghi delle classi che non potevano evitare il marxismo nel formulare i loro obiettivi, l’avevano assimilato, nel precedente periodo, in modo estremamente unilaterale e deformato; si erano impressi nella mente questa o quella «parola d’ordine», questa o quella risposta alle questioni tattiche, ‘senza comprendere’ i criteri marxisti di queste risposte. La «revisione di tutti i valori» nei diversi campi della vita sociale condusse alla «revisione» dei principi filosofici più astratti e più generali del marxismo. L’influenza della filosofia borghese, nelle sue svariate sfumature idealistiche, si è fatta sentire nel contagio machista tra i marxisti. La ripetizione di «parole d’ordine», imparate a memoria ma non comprese né meditate, ha portato alla larga diffusione della vuota frase, che in realtà sfociava in tendenze assolutamente non marxiste, in tendenze piccolo-borghesi, quali l’«otzovismo» aperto o verecondo, o il riconoscimento dell’otzovismo come una «sfumatura legittima» del marxismo” (pag 245, 248-249) [V.I. Lenin, ‘De certaines particularités du développement historique du marxisme’ (Alcune particolarità dello sviluppo storico del marxismo)] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]