“La ‘Convenzione’ per un momento ebbe il coraggio di ‘ordinare’ l’eliminazione del pauperismo, ma non già «sull’istante’, come il “prussiano” esigerebbe dal suo re, bensì soltanto dopo aver incaricato il suo ‘Comité de salut public’ di elaborare i piani e le proposte necessari, e dopo che questo avesse utilizzato le ampie indagini dell”Assemblée Constituante’ sulle condizioni della miseria in Francia, e proposto attraverso Barrère la fondazione del ‘Livre de la bienfaisance nationale ecc.’. Quale fu la conseguenza dell’ordine della Convensione? Che nel mondo vi fosse un ordine di più, e che ‘un’ anno dopo i tessitori affamati assediassero la Convenzione. Ma la Convenzione fu il ‘massimo’ dell”energia politica’, della ‘forza politica’ e dell”intelletto politico’. Così ‘sull’istante’, senza un accordo con le autorità, ‘nessun’ governo al mondo ha preso ‘disposizioni’ sul pauperismo. Il Parlamento inglese inviò addirittura in tutti i paesi d’Europa dei commissari per apprendere i differenti rimedi amministrativi contro il pauperismo. Ma per quanto gli Stati si siano occupati del pauperismo, sono sempre rimasti fermi a ‘misure amministrative e di beneficienza’, ovvero sono scesi al disotto dell’amministrazione e della beneficienza. Può lo ‘Stato’ comportarsi diversamente? Lo ‘Stato’ non troverà ‘mai’ nello «Stato e nell”ordinamento della società» il fondamento dei ‘mali sociali’, come il “prussiano” pretende dal suo re. Là dove sono partiti politici, ciascuno trova il fondamento di ‘ciascun’ male nel fatto che al ‘timone dello Stato’ si trova non già esso ma il suo partito avversario. Perfino i politici radicali e rivoluzionari cercano il fondamento del male non già nell’ ‘essenza’ dello Stato ma in una determinata ‘forma di Stato’, al cui posto essi vogliono mettere un”altra’ forma di Stato. Lo ‘Stato’ e l”ordinamento della società’, dal punto di vista ‘politico’, non sono ‘due’ cose differenti. Lo Stato è l’ordinamento della società” (pag 124-125) [Karl Marx, ‘La questione ebraica e altri scritti giovanili’, Editori Riuniti, Roma, 1969]