“A questo punto converrà puntualizzare, sia pure per linee generali, l’atteggiamento dei marxisti verso il problema della limitazione cosciente delle nascite. Questo problema è affrontato in molti studi da specialisti di demografia e sociologi occidentali. A. Sauvy, nel libro che già abbiamo citato (A. Sauvy, ‘Malthus et les deux Marx. Le problème de la faim et de la guerre dans le monde’, Paris, 1963, ndr), tenta di dimostrare che esiste una interpretazione «europea» ed una «asiatica» della dottrina di Marx sui problemi delle nascite. Se la «interpretazione europea» del marxismo (in intende l’Urss) non ammette la totale mancanza di figli, quella «asiatica» muove dalla necessità della limitazione in tutti i modi delle nascite. A. Sauvy tenta in ogni modo di riabilitare Malthus, vedendo il suo errore fondamentale nel fatto che avrebbe «troppo presto» esposto la sua teoria, mentre ora la notevole diminuzione della mortalità dovuta alle scoperte della medicina moderna ha reso attuale la dottrina di Malthus. Lo specialista francese in demografia non esita minimamente ad attribuire al marxismo idee ad esso estranee, affermando, per esempio, che Marx avrebbe scritto che lo sviluppo della tecnica porta ad una diminuzione in senso assoluto della forza lavoro, che i marxisti si battono contro la limitazione delle nascite. È invece noto che Marx, formulando la legge della popolazione durante il capitalismo intese parlare di una riduzione «relativa» e niente affatto assoluta dell’occupazione. La posizione dei marxisti verso il problema della limitazione delle nascite è del tutto definita. Dando una priorità nella soluzione del problema della «pressione demografica» a radicali trasformazioni sociali ed economiche, e solo queste in sostanza possono assicurare alla popolazione che cresce una sufficiente quantità di beni materiali, i marxisti-leninisti non sono degli avversari per principio delle misure umanitarie per una cosciente limitazione delle nascite. Sin dal 1913, nell’articolo «La classe operaia e il neomalthusianesimo», V.I. Lenin scrisse che, certamente, intervenendo contro il malthusianesimo come dottrina sociale, i marxisti si battono per l’incondizionata abrogazione di tutte le leggi che perseguono l’aborto o la propaganda dei mezzi anticoncezionali. «Una cosa è – ha scritto Lenin – la libertà della propaganda sanitaria e la difesa degli elementari diritti democratici della cittadina e del cittadino. Altra cosa è la dottrina sociale del neomalthusianesimo» (22). Criticando la profezia dei neo malthusiani circa un possibile ritardo della scienza moderna rispetto alle esigenze della società contemporanea, F. Engels scrisse «Si produce troppo poco, ecco il nocciolo di tutti. Ma perché si produce troppo poco? Non già perché si sarebbe raggiunto al giorno d’oggi e con i mezzi moderni, il limite della produzione. Non per questo, ma perché il limite di questa produzione è determinato non già dalla quantità di stomaci affamati, ma dal numero di portafogli che sono in grado di pagare. La società borghese non produce e non desidera produrre di più» (23)” (pag 19-20) [(22) V.I. Lenin, Opere complete, vol. 23, p. 257; (23) K. Marx F. Engels, Opere, ed. 2, vol. 31, Mosca, 1963, p. 394] [A. Ja. Kvasa, ‘Problemi demografici d’Asia e d’Africa’, Rassegna sovietica, Roma, n. 2, aprile-giugno 1966] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]