“I circoli operai, abbandonati dai loro dirigenti della vigilia, continuavano a cercare nelle vecchie e nuove riviste articoli sulle condizioni di vita dei loro consimili in Europa occidentale, stabilivano confronti con la loro esistenza. Uno dei primi operai marxisti, Selgunov, ricorda che negli anni 1887-1888, ossia nel periodo tra tutti maledetto, «i circoli operai si sviluppavano sempre di più… Gli operai avanzavano… frugavano tra i venditori di libri vecchi… ne compravano». I libri erano stati, senza dubbio, venduti da una ‘intelligencja’ disincantata. Un tomo del ‘Capitale’ presso i venditori di libri usati era stimato 40/50 rubli. E, nondimeno, gli operai di Pietroburgo si arrangiavano per procurarsi questo libro sacro. «Io stesso – scrive Selgunov – ero talvolta costretto a fare a pezzi il ‘Capitale’, a strapparlo in capitoli per poter farlo leggere simultaneamente in quattro o cinque circoli…». L’operaio Moiseenko, organizzatore di un formidabile sciopero dei tessili, sollecitato da un richiamo del ‘Capitale’, studiava con alcuni compagni le opere di Lassalle. Il grano non cadeva sui sassi. In un omaggio indirizzato al vecchio pubblicista Selgunov (da non confondersi, beninteso, con l’operaio suo omonimo, di cui sopra), poco prima della sua morte avvenuta nel 1891, un gruppo di operai di Pietroburgo lo ringraziava in modo particolare di aver indicato la buona via agli opeai russi con i suoi articoli sulla lotta del proletariato in Francia e in Inghilterra. Gli articoli di Selgunov erano destinati agli intellettuali. Nelle mani degli operai furono la fonte di deduzioni che andavano al di là delle stesse idee dell’autore. Sconvolto dalla visita della delegazione operaia, il vegliardo si portò nella tomba l’immagine d’una forza in risveglio. (…) Tuttavia, alla svolta tra i due decenni, anche negli ambienti della ‘intelligencja’ cominciava a spirare un’aria nuova, sia pure molto lentamente. Gli studenti entravano in contatto con gli operai e assimilavano il loro coraggio. Cominciarono ad apparire dei socialdemocratici, in maggioranza persona assai giovani, la cui voce si irrobustiva mentre veniva meno il loro rispetto per le vecchie autorità. Un giovane dell’epoca, dimorante a Kazan’, Grigor’ev, ricorda nelle sue memorie: «Nel 1888, fra i giovani a Kazan’; si manifestò sempre più vivo l’interesse per il nome di Marx». Al centro dei primi circoli marxisti della città c’era un giovane rivoluzionario di notevoli capacità, Fedoseev. (…) I propagandisti sognavano di educare gli operai per farne dei Bebel russi. Le nuove idee erano state introdotte da studenti polacchi, poiché il movimento operaio in Polonia si era sviluppato prima che in Russia. Secondo Brusnev, che nei mesi seguenti si collocò al centro del gruppo socialdemocratico di Pietroburgo, nei circoli studenteschi del Tecnologico del 1889 predominava già la corrente marxista: i futuri ingegneri, che si preparavano a servire il capitalismo, avevano particolare difficoltà nel serbare fede alle vie tradizionali della Russia. I tecnologi condussero una propaganda abbastanza attiva nei circoli operai: l’animazione si diffondeva in pari tempo fra gli antichi circoli ristagnanti. (…) L’evoluzione personale di Vladimiro Ul’janov si compiva in stretta connessione con l’evoluzione dell”intelligencja’ rivoluzionaria e la formazione di un sottile strato di operai avanzati” (pag 172-173, 176) [Lev Trotsky, ‘Il giovane Lenin. La formazione intellettuale e ideologica del più grande rivoluzionario del XX secolo’, Mondadori, Milano, 1976] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]