“Più che di Cognetti (De Martiis), tuttavia, Mosca risentì di Achille Loria, che nonostante fosse di un solo anno più anziano, era già assai noto per i precoci e discussi, volumi sulla ‘Rendita fondiaria e la sua elisione naturale’ (1880) e soprattutto per ‘La teoria economica della costituzione politica’ (1886). Risentire di un autore non significa necessariamente concordare con lui. Negli ‘Elementi di scienza politica’ (1896) Mosca cita quest’ultimo studio, definendolo espressione di un «modo di vedere troppo unilaterale ed esclusivo» (45). Mosca prende in esame la teoria loriana della terra libera, per confutarla, ma in un modo tale da dare l’impressione che essa sia desunta da Marx, per cui confutando Loria si confuti Marx (46). Eppure gli ‘Elementi’ rinviano a Loria per la critica degli «errori d’indole puramente economica» di Marx (47). Anche Mosca, come molti, attribuiva a Marx gli eccessi e le «stranezze» di Loria. Il 2 gennaio 1917 (48), Mosca loda il profilo di Marx scritto dal collega per l’editore Formiggini, ma osserva che esso è troppo favorevole a Marx, in quanto non sottolinea abbastanza la derivazione del pensiero marxiano da quel socialismo utopistico francese che Marx pure «attacca rudemente». Mosca – come del resto Einaudi – manifesta a varie riprese l’idea che Marx fosse un plagiario. L’aggiunta del capitolo sul marxismo, avvenuta nell’edizione degli ‘Elementi’ del 1923, fu pubblicata in anteprima da Gobetti (49) con il titolo ‘Il materialismo storico’ (50). Sorprende come Mosca non solo non tenga conto del dibattito teorico sul marxismo svoltosi a cavallo fra i due secoli, ma insista nell’identificare il nucleo teoretico del marxismo con l’affermazione della dipendenza della sovrastruttura dalla struttura, obiettando ad essa, a mo’ di critica decisiva, che anche altri fattori contano. Viene ammesso genericamente il merito di Marx nell’aver dato voce alla protesta delle classi inferiori, ma viene osservato che il socialismo marxiano sfocia inevitabilmente col collettivismo burocratico ed è quindi totalmente da respingere. Anche nella ‘Storia delle dottrine politiche’ (1933; 2a ed. 1937) la parte di critica economica di Marx è molto sommaria e non aliena da inesattezze anche gravi, a cominciare dalla confusione fra profitto e plusvalore (51). Mosca insiste molto sulla psicologia anticapitalistica di Marx, che appare nel presentare il capitalista quasi fosse di una razza diversa (54). In qualche misura il concetto è ribadito facendo seguire al capitolo sul marxismo uno di maggiore ampiezza, sulle teorie razziste dell’Ottocento (Gobineau, Charberlain, ecc.), che vengono esaminate con notevole attenzione e con evidente conoscenza diretta dei testi (55)” (pag 297-299) [Riccardo Faucci, ‘Gaetano Mosca e gli economisti del suo tempo’ (in) ‘Annali della Fondazione Luigi Einaudi, Torino, Vol. XXXII, 1998 – Leo S. Oschki editore, Firenze, 1999] [(45) Vedine la ristampa in G. Mosca, ‘Scritti politici’ a cura di G. Sola, Torino, Utet, 1982, vol. II, p. 552; (46) Ivi, p. 900; (47) Ivi, p. 1062; (48) Lettera conservata tra le carte di Loria presso la Sopraintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta. (,..); (49) Gobetti, di solito graffiante con i liberali conservatori, fa una eccezione per Mosca: «(…) la cultura storica di Mosca non è quella di certo deteriore idealismo che si serve di illustri nomi antichi per proporre i propri schemi e le proprie idee. Si tratta invece della storia in senso tradizionale, e per lui storia è ‘maestra di vita’» (‘Un conservatore galantuomo’, “Riv. lib.”, 29 aprile 1924, in ‘Scritti politici’ a cura di P. Spriano, Torino, Einaudi, p. 654). E dopo aver rilevato la «genialità del suo canone metodologico», Gobetti conclude che «la teoria di Mosca della classe dirigente è veramente una di quelle idee che aprono distese infinite di terre alla ricerca degli uomini» (pag 656); (50) “Riv. lib”, genn. 1923; cfr. ‘Scritti politici’, p. 1055 n.; (51) Cfr. la nuova ed. Bari, Laterza, 1964, p. 262. Anche questo potrebbe essere retaggio della lettura loriana di Marx; (52) ‘Il mito dello strumento tecnico ed i fattori umani del movimento operaio’, “Rif. soc.”, 1930, pp. 579-589; (53) Gramsci osserva che Einaudi imputa a Marx un errore che Croce aveva imputato alla critica di Loria; cfr. ‘Quaderni del carcere’, cit., pp. 1289-1290); (54) ‘Storia’, cit., p. 271; (55) Mosca, come molti positivisti, era appassionato cultore di antropologia, come ben risulta dal I capitolo degli ‘Elementi di scienza politica’]