“La divergenza Luxemburg-Lenin è stata analizzata in due saggi di Lukàcs, nettamente favorevoli a Lenin. Sono i due ultimi raccolti in ‘Storia e coscienza di classe’ e la loro lettura è la migliore introduzione allo studio del pensiero politico di Lenin. Lukàcs esamina la polemica secondo gli schemi della dialettica hegeliana, che, del resto, sono presenti in tutto il suo libro. Come Rosa Luxemburg, anch’egli considera questi schemi come categoria di rottura, di contro al tranquillo evoluzionismo dei Kautsky e dei Bernstein. E loda Rosa Luxemburg come «esperta nella dialettica» (2). La quale tuttavia ha peccato di organicismo o evoluzionismo, nella valutazione della costruzione del socialismo. Pur non negando il ruolo della violenza rivoluzionaria, essa l’ha intesa come una violenza negativa, tale da eliminare gli ostacoli al processo storico tendente al socialismo, e lasciarlo svolgere liberamente. Ciò è detto con estrema chiarezza dalla Luxemburg in un brano utilizzato (e in gran parte citato) da Lukàcs: «Il sistema sociale socialista sarà e può solo essere un prodotto storico, nato dalla scuola stessa dell’esperienza, nell’ora della realizzazione, del divenire della storia viva, che esattamente come la natura organica, di cui in ultima analisi è parte, ha la bella abitudine di produrre continuamente assieme a una necessità sociale reale anche il mezzo del suo soddisfacimento, contemporaneamente al suo compito la sua soluzione. Ma se le cose stanno in siffatti termini, allora è chiaro come il socialismo per sua natura non possa essere oggetto di autorizzazione, né introdotto con ‘ukase’. Esso ha a presupposto una serie di misure di forza – contro la proprietà ecc. Il negativo, la demolizione, li si può decretare; la costruzione, il positivo, no» (3). E’ facile indovinare la risposta di Lukàcs-Lenin. Questa è un’illusione evoluzionista, il processo non ha questo carattere quasi-melodico, ma bisogna intervenire in esso, orientarlo, soprattutto fargli prendere coscienza di sé. Ora questa coscienza non risiede nelle masse, ma nel partito, e quindi occorre accettare la sua disciplina, sottomettersi a questa volontà cosciente. Lukàcs si dilunga in questa – potremmo dire – descrizione di una figura dialettica, osservando che il rapporto non è esteriore, ma, semmai, di azione reciproca: il partito degraderebbe a setta se perdesse il suo legame con le masse, e le masse se costituissero una classe interiormente unificata non avrebbero bisogno del partito. Il partito è una ‘figura autonoma’ della coscienza e della classe proletaria, ma bisogna intendere questo in senso appunto dialettico: «in quanto ‘figura’ e, nello stesso tempo, in quanto figura ‘di’ questa coscienza, cioè nella sua economia e nella sua coordinazione» (4). Dunque sopravvalutazione delle masse e sottovalutazione del partito – del partito in quanto entità organizzativa – nella Luxemburg. Noi abbiamo visto che questo tema della coscienza di classe è presente in Marx, e abbiamo potuto ricordare quanto Hegel dice della pubblica opinione nella ‘Filosofia del diritto’, segnando un analogo movimento di pensiero. Ora questo motivo è in primissimo piano: la rivoluzione, il ruolo decisivo del gruppo dirigente, la dittatura ve lo hanno posto. E il pensiero politico di Lenin è intessuto di tutto ciò. Ma l’accentuazione del fattore coscienza è singolarmente marcata, correlativamente alla situazione di fatto che viene rispecchiata, ossia la condizione di arretratezza della Russia, dove la rivoluzione si afferma, e quindi la distanza tra tale condizione e la coscienza dei capi rivoluzionari. Sta qui la novità, l’«etederossia» di Lenin rispetto a Marx, rilevata dai marxisti «occidentali» che abbiamo incontrato” [Francesco Valentini, a cura, Politica II, G.C. Sansoni editore, Firenze, 1970] [cap. III, ‘Sviluppi del marxismo’] (pag 729-730) [note: (2) ‘Storia e coscienza di classe’, trad. G. Piana, Milano; 1967, p. 343. Cfr. anche il saggio ‘Rosa Luxemburg marxista’, pp: 35-37; (3) ‘Scritti scelti’, cit., p. 596; cfr. ‘Storia e coscienza di classe’, cit., p. 342; (4) ‘Storia e coscienza di classe’, cit., p: 407]  [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]