“Ancora una volta, bisogna stare attenti a non lasciarsi fuorviare dai pregiudizi dell’uomo dell’Ottocento (per di più nobile e ricco, contadino patriarcale come sottolinea Lenin, e a tratti perfino bigotto o almeno terrorizzato dal problema religioso). Bisogna saper isolare quel che anticipa il Novecento e, io son convinto, il Duemila. Altrimenti si rischia di attaccarsi ad un Tolstoj reazionario o solo a quello che difenderebbe la servitù della gleba e la staticità sociale. Indipendentemente dalla coscienza che ne ha, nel discorso sull’arte Tolstoj tocca il problema di fondo della scuola nella società classista: la sua contraddizione di voler elevare la cultura degli individui a dei livelli incompatibili con la loro condizione di sfruttati. La sua analisi evidentemente non riguarda solo l’arte ma l’intera cultura: la sua incapacità di andare fino in fondo e di dichiarare apertamente che è la condizione dei contadini che è inconcepibile e non il loro diritto alla cultura, non dove farci perdere il significato storico e pedagogico dell’analisi stessa. Tanto più se la si collega a quell’altra sulla sostanziale identità tra cultura religiosa (i seminari) e laica (i ginnasi e le università), dal punto di vista che entrambe esercitano un’azione violenta e colonizzatrice, volta solo a negare e soffocare la cultura vera. Tolstoj vede bene che si tratta tanto qui come là di una lotta per il potere, arriva a scorgere con chiarezza l’uso del condizionamento ideologico come strumento di governo, e che la scuola sorta dal trionfo della borghesia è in ciò l’esatto prolungamento dell’indottrinamento religioso. Lenin riconosceva nel pensiero di Tolstoj la presenza contemporanea delle idee caratteristiche sia della rivoluzione comunista sia della precedente rivoluzione capitalista borghese quale l’aveva vissuta il mondo contadino russo con la soppressione della servitù della gleba. Alla fine tuttavia negava la qualità di rivoluzionario a causa di questi suoi limiti, del suo individualismo e paternalismo contrastanti con la solidarietà proletaria (1)” [dall’introduzione di Graziano Cavallini] [Lev Tolstoj, ‘Quale scuola’, Arnoldo Mondadori editore, Milano, 1978 (pag 26-27)] [(1) V.I. Lenin, “Sulla gioventù e sulla scuola”, Edizioni Rinascita, Roma, 1954] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]