“La società socialista è, per la Luxemburg, una collettività di uomini responsabili che si autogovernano ed è appunto questa interpretazione del socialismo che deriva direttamente da Marx. Non c’è bisogno di ricorrere agli scritti giovanili di Marx per trovarne la conferma, perché quest’idea di un uomo cosciente e responsabile sottende tutta l’opera marxiana. Si ricordi l’accenno alla differenza fra l’ape e l’architetto: l’ape può costruire anche un alveare architettonicamente perfetto, ma la superiorità dell’uomo, anche del peggiore architetto, sta nel fatto che l’architetto costruisce nel suo cervello prima di costruire materialmente, che egli cioè è un essere dotato di una volontà cosciente e responsabile che domina la sua attività creatrice. E, al contrario, quello che costituisce l’aspetto più degradante della società capitalistica, non è lo sfruttamento economico del lavoro operaio, ma il fatto che l’operaio è condannato a un lavoro parcellare, che il risultato d’assieme può addirittura sfuggirgli completamente, che egli non costruisce più nel suo cervello prima che nella realtà, che non padroneggia più la sua attività creatrice, che è ridotto al rango di un semplice congegno meccanico dominato dall’esterno. Questa soggezione dell’uomo e della sua attività creatrice a una volontà e a una decisione esterna, questa privazione della responsabilità personale della capacità autonoma di partecipazione e decisione, questa rimane per Marx la suprema offesa che il capitalismo infligge all’uomo, per cui solo nel comunismo egli vedrà la piena realizzazione dell’uomo. In una risposta, sia pure scherzosa, data a un questionario postogli dalle sue figlie, egli dice che la sua idea dell’infelicità è la sottomissione, che il difetto che gl’ispira maggiore avversione è la servilità, che uno dei suoi due eroi preferiti è Spartaco, e uno dei suoi tre poeti preferiti è Eschilo, il cantore di Prometeo, che lo stesso Marx aveva chiamato “il più nobile dei santi e dei martiri del calendario filosofico” e di cui ricordava nella sua tesi di dottorato le parole rivolte al messaggero di Zeus: “Io, t’assicura, / non cangerei la mia misera sorte / con la tua servitù. Meglio d’assai / lo star qui ligio a questa rupe io stimo, / che fedel messaggero di Giove”. La rivoluzione socialista rappresenta appunto per Marx la aspirazione a liberare l’umanità da ogni forma d’alienazione, di feticismo, di reificazione, di dominio del prodotto sul produttore, a fare cioè di ogni uomo un soggetto partecipe e cosciente del destino comune, anziché, oggetto dominato dall’esterno (dal passato, dall’ideologia, dalla merce, dal padrone, dai rapporti sociali, dal potere estraneo, dalla burocrazia, dall’organizzazione, ecc.). Il superamento delle differenze fra città e campagna, fra lavoro intellettuale e materiale sono viste in questa direzione. L’affermazione che l’emancipazione del proletariato debba essere opera del proletariato stesso, e di un proletariato cosciente, affermazione spesso ripresa da Rosa Luxemburg, va nella stessa direzione” [Lelio, Basso, Socialismo e rivoluzione nella concezione di Rosa Luxemburg. Estratto dalla ‘Introduzione’ al volume di Rosa Luxemburg, ‘La rivoluzione tedesca, 1918-1919’, 2016 ca.]