“Durante la prima guerra mondiale Lenin porta a termine una elaborazione teorica, iniziata negli anni ’90, di portata storica. (…) La guerra 1914-1918 è un fenomeno economico, sociale, politico e militare inedito: è la prima guerra mondiale ed è la prima guerra mondiale imperialistica. Questo fenomeno, le cui cause economiche Lenin individua nella sua teoria sull’imperialismo sintetizzandole in cinque grandi contrassegni, è il risultato della concentrazione del capitale. Essenzialmente a questa conclusione giunge l’analisi di Lenin. Il capitalismo genera guerre come la nube tempeste: ciò è una costante che ogni marxista conosce. Lo stesso Kautsky lo dice. Ma per la prima volta il capitalismo genera una guerra mondiale: ciò è specifico, e particolare. Perché lo stesso modo di produzione capitalistico, che ha la costante di generare guerre, determina un fenomeno nuovo, specifico? Perché determina una guerra mondiale? Perché si è sviluppato in un processo di centralizzazione del capitale, di concentrazione dei mezzi di produzione e di fusione tra capitale bancario e capitale industriale. Questo processo oggettivo si riflette nella sovrastruttura, nello Stato. Come? E’ questo l’oggetto dello studio di Lenin sullo Stato e sulle forme politiche, studio che occupa il suo periodo di guerra. (…) Lenin non accetta la teoria di Bucharin basata sulla assolutizzazione della tendenza alla concentrazione perché sa che ogni tendenza opera nel tempo storico e non in modo rettilineo ed è soggetta a fattori che la frenano. Per Lenin, il piccolo capitalismo non solo esiste ma risorge in particolari congiunture economiche come, ad esempio, la guerra e, ancor più, la guerra mondiale imperialistica. Bucharin vede la pianificazione di guerra. Lenin vede, ad esempio in Germania, lo sviluppo del capitalismo di Stato come controllo e il contemporaneo sviluppo del piccolo capitalismo e, addirittura, del baratto. La contraddizione è nella realtà sociale e non nella teoria. Occorre individuare in questa realtà il contenuto e la forma prevalente perché il processo di concentrazione del capitale non è un movimento generalizzato ed uniforme bensì il movimento determinato dall’ineguale sviluppo capitalistico tra imprese, settori e mercati” [Arrigo Cervetto, ‘Le forme politiche della concentrazione’ (in) ‘L’involucro politico’, Edizioni Lotta Comunista, Milano, 1994] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:16 Dicembre 2015