“Il gruppo di Plechanov si era preoccupato fino ad allora soprattutto di problemi di orientamento teorico, per cui non esisteva alcun altro partito politico che si identificasse con la teoria di Marx e che tentasse di diffondere questa dottrina fra le masse popolari. Alla fondazione di questo partito Lenin contribuì più di ogni altro, e fu nell’intensa attività indirizzata a questo fine che venne precisandosi la sua fisionomia di rivoluzionario. Le qualità del carattere che più colpirono amici ed avversari, la modestia, la semplicità, la sincerità dei propositi, erano infatti il normale atteggiamento di chi sentiva profondamente di essere partecipe di un movimento di significato storico mondiale e si era assunto il pesante compito di organizzarlo e dirigerlo. Di qui la straordinaria capacità di concentrazione, la rigorosa conformità della vita al pensiero, l’intransigenza verso gli avversari politici che ne ‘La mia vita con Lenin’, con uno stile volutamente impersonale e spoglio di ogni tono emotivo, la moglie e collaboratrice di Lenin, Nadezda Krupskaia, ricorda come i tratti salienti della sua personalità. Il marxismo gli appariva uno strumento di analisi sociale per orientare una politica rivoluzionaria in situazioni date: teoria e pratica si univano in un nesso strettissimo. La stringente lucidità del suo pensiero rispondeva al suo carattere strettamente funzionale; le sue opere più originali sono scritte in forma di polemica, per orientare un’attività rivoluzionaria che non consentiva divagazioni o momenti di abbandono” [Christopher Hill, Lenin, 1966]