“Infatti in regime capitalista ‘non si può pensare’ ad alcun altra base per la ripartizione delle sfere d’interessi e d’influenza, delle colonie, ecc. che non sia la valutazione della ‘potenza’ dei partecipanti alla spartizione, della generale potenza economica, finanziaria, militare, ecc. Ma i rapporti di potenza si modificano, nei partecipanti alla spartizione, difformemente, giacché in regime capitalista non può darsi sviluppo ‘uniforme’ di tutte le singole imprese, trust, rami d’industria, paesi, ecc. Mezzo secolo fa la Germania faceva pietà nel confronto della sua potenza capitalista con quella dell’Inghilterra d’allora; e così il Giappone nel confronto con la Russia. Si può «concepire» che nel corso di 10 a 20 anni i rapporti di forza tra le potenze imperialiste rimangano ‘immutati’? Assolutamente no. Pertanto, nella realtà capitalista, e non nella volgare fantasia dei preti inglesi o del «marxista tedesco» Kautsky, le alleanze «interimperialiste» o «ultraimperialiste» non sono ‘altro’ che un «momento di respiro» tra una guerra e l’altra, qualsiasi forma assumano dette alleanze, sia quella di una coalizione imperialista contro un’altra coalizione imperialista, sia quella di una lega generale tra ‘tutti’ i paesi imperialisti. Le alleanze di pace preparano le guerre ed a loro volta nascono da queste; le une e le altre forme si determinano reciprocamente e producono, ‘sull’unico e identico’ terreno, dei nessi imperialistici e dei rapporti dell’economia mondiale e della politica mondiale, l’alternarsi della forma pacifica e non pacifica della lotta” [V.I. Lenin, L’imperialismo come fase suprema del capitalismo. (Saggio popolare), Mosca, 1949] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:22 Gennaio 2017