“A questo punto, Kautsky, il quale ancora all’inizio degli anni ottanta aveva ritenuto di poter contare sui contadini per una mobilitazione politica a fianco del proletariato secondo forme autonome e indipendenti, per condurre la lotta contro la reazione, delinea invece, poggiando sull’autorità di Engels, – intervenuto nel dibattito con un articolo sulla ‘Neue Zeit’, ‘Die Bauernfrage in Frankreich und Deutschland’ – la prospettiva di un’alleanza politica fra il proletariato industriale e il proletariato agricolo delle grandi aziende dell’est e dell’ovest. Alla base di questa valutazione del ruolo dei contadini, vi era dunque la convinzione, opposta a quella dei socialdemocratici del sud, che il peso dei contadini piccoli produttori fosse già nel presente assai ridotto e che nell’avvenire sarebbe ancor più rapidamente andato decrescendo. Kautsky riduceva drasticamente il significato politico dei contadini, perché – scriveva – “il numero di questi contadini non rappresenta più in alcun paese civile moderno un fattore decisivo” (30). Fu dunque da questo dibattito che uscì la ‘Agrarfrage’ nel 1899, definita a più riprese da Lenin “l’avvenimento più notevole della più recente letteratura economica” dopo l’uscita del terzo volume del ‘Capitale’ (31). Qui Kautsky, teorizzando la natura progressiva del crescente dominio della città sulla campagna, di cui la crisi della piccola proprietà era una componente tanto essenziale quanto inevitabile, ribadiva che “un programma agrario socialdemocratico che si fondasse sulla difesa del piccolo contadino, sarebbe dunque non soltanto senza scopo; ma, peggio ancora, danneggerebbe nel modo più serio la socialdemocrazia” (32). La “neutralizzazione” dei contadini nella lotta tra proletari e borghesi sarebbe stata il prodotto non di un’impossibile rivitalizzazione di una forma arretrata di produzione, ma dell’agitazione dei socialisti per dimostrare ai contadini che la loro rovina era il frutto dell’espropriazione messa in atto dal grande capitale, incapace di dare un avvenire a chi rovinava, e della difesa da parte della socialdemocrazia delle condizioni umane e civili della popolazione agricola” [Massimo L. Salvadori, La concezione del processo rivoluzionario in Kautsky (1891-1922), estratto da ‘Annali’, anno XV, 1973, Milano, 1974] [(30) ‘Ein neues Buch von Deville, ZN, XIV, 1895-96, vol. II 807-8; (31) Lenin, Opere complete, Roma, 1955-70, vol. 3, p. 5; (32) ‘La questione agraria, Milano, 1959, p. 363] [V.I. Lenin – Materiali Bibliografici] [LBM*]