“Ciò che sorprende maggiormente in questo fatto d’armi è il ruolo strategico e tattico giocato da ciascun esercito. È avvenuto l’esatto contrario di ciò che la tradizione lasciava presagire. I tedeschi attaccano, i francesi si difendono. I tedeschi agiscono con rapidità e in modo massiccio, manovrando ugualmente con una certa disinvoltura; i francesi si scopre che, dopo un concentramento di quindici giorni, hanno ancora le truppe talmente disperse da aver bisogno di due giorni per riunire due corpi d’armata. Di conseguenza sono stati battuti alla spicciolata. A giudicare da come manovrano, li si direbbe austriaci. Come spiegare l’accaduto? Semplicemente con le esigenze del Secondo Impero. (…) Le vittorie dei prussiani erano troppo serie per ricorrere alla tattica che l’imperatore avrebbe istintivamente adottato. Celare la verità, nella speranza di potere cancellarne le conseguenze con l’annuncio simultaneo di un’altra e successiva battaglia dal diverso esito, era troppo rischioso. Non si poteva risparmiare l’orgoglio dei francesi nascondendo loro la sconfitta di due armate. Non gli rimaneva altra risorsa che affidarsi al desiderio appassionato di arginare i danni che già altre volte le notizie di disastri simili hanno ingenerato nei cuori francesi. Non v’è dubbio che i telegrammi privati abbozzavano, a beneficio dell’imperatrice (Eugénie de Montijo, ndr) e dei ministri, la linea da tenere nelle dichiarazioni pubbliche, né è da escludere che il testo dei rispettivi proclami sia stato fornito da Metz. In entrambi i casi ci par di capire che, a prescindere dagli umori del popolo francese, coloro che sono investiti dell’autorità, a cominciare dall’imperatore, sono profondamente demoralizzati, cosa quanto mai significativa. A Parigi è stato dichiarato lo stato d’assedio (il 7 agosto 1870), e questo è un segnale inequivocabile delle implicazioni di un’altra vittoria prussiana. Il proclama ministeriale termina del resto con le seguenti parole: «Combattiamo con vigore e la patria sarà salva». Salva, si potrebbero chiedere i francesi, da che cosa? Da un’invasione tedesca, compiuta per dissuadere i francesi da un’invasione della Germania. Se i prussiani fossero stati sconfitti e una simili esortazione fosse giunta da Berlino, il suo tenore sarebbe stato chiarissimo, poiché ogni nuova vittoria francese avrebbe significato nuove annessioni di territorio tedesco da parte della Francia. Se il governo prussiano fosse però avveduto si limiterebbe a registrare che, con la sconfitta francese, il tentativo di impedire alla Prussia di proseguire indisturbata la sua politica tedesca è fallito. Ci riesce difficile credere che la coscrizione ‘en masse’, sulla quale, a quanto si dice, i ministri francesi starebbero deliberando, abbia lo scopo di riproporre una guerra offensiva” (pag 95) [F. Engels, Le vittorie prussiane, ‘The Pall Mall Gazette’, n. 1711, 8 agosto 1870] [Marx-Engels, Opere. Volume 22. Scritti luglio 1870 – ottobre 1871, Edizioni Lotta Comunista, Milano, 2022]