“Sfugge facilmente all’attenzione il fatto che il concetto di lotta di classe, fondamentale per la dottrina marxistica, comprende due diverse categorIe di processi storici: a) le lotte di emancipazione nel quadro del secolare antagonismo di classi opprimenti e classi oppresse, b) le lotte delle classi concorrenti, delle classi che competono per il potere in una società dalla struttura pluripartita. Spesso non ci si accorge che le lotte di classe di cui parla il primo capitolo del ‘Manifesto del partito comunista’, sono conflitti sociali di un genere diverso da quelle di cui per esempio parla Engels nell’introduzione alla nuova edizione postuma delle marxiane ‘Lotte di classe in Francia’. «La storia di ogni società sinora esistita – leggiamo nel ‘Manifesto’ – è la storia di lotte di classi. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in una parola oppressori e oppressi sono sempre stati in contrasto fra di loro, hanno sostenuto una lotta ininterrotta, a volte nascosta, a volte palese (1)». Ed ecco l’altra rappresentazione delle lotte di classe che troviamo nell’introduzione di Engels: «Tutte le passate rivoluzioni hanno condotto alla sostituzione del dominio di una classe con quello di un’altra; ma sinora tutte le classi dominanti erano soltanto piccole minoranze rispetto alla massa del popolo dominata. (…) la forma comune di tutte quelle rivoluzioni consisteva nel fatto che esse erano tutte rivoluzioni di minoranze. Anche quando la maggioranza prendeva in esse una parte attiva, lo faceva soltanto, coscientemente o no, al servizio di una minoranza (…) (2). Ho citato questi due noti passi per mostrare che coloro i quali trattano la storia delle lotte di classe – lotte che costituirebbero il motore della storia – ora come se questa fosse esclusivamente la storia delle lotte della maggioranza oppressa contro la minoranza degli sfruttatori, ora come se fosse esclusivamente la storia delle lotte tra le classi della minoranza che competono per il potere, potrebbero fare appello all’esempio dei classici del marxismo” (pag 95-96) [Stanislaw Ossowski, ‘Struttura di classe e coscienza sociale’, Giulio Einaudi, Torino, 1963] [(1) Trad. it. cit., pp. 26-27; (2) F. Engels, Introduzione a ‘Le lotte di classe in Francia, cit., pp. 13-14]