“Marx ed Engels nacquero entrambi, a distanza di due anni, nella regione renana; ma in ambienti sociali, economici e culturali assai diversi (4). Il primo orientamento spirituale e politico determinato dall’atmosfera razionalistica e liberaleggiante in cui si formò, contribuì in maniera decisiva ad orientare la personalità di Marx secondo una prospettiva laica e sostanzialmente agnostica. La fede religiosa rivestì un ruolo marginale, se non praticamente inesistente, nella sua prima formazione intellettuale: «Non c’è un solo indizio – è stato osservato – che possa far credere che il giovane Marx abbia dovuto sormontare scrupoli religiosi» (5). In effetti già i primissimi documenti dell’attività letteraria di Marx adolescente – i suoi temi per la licenza liceale, del 1835 – ci mostrano la ‘forma mentis’ del diciassettenne Karl sostanzialmente libera da assilli di carattere religioso (6); in essi «la filosofia razionalistica ha il sopravvento sulla religione»; e questa filosofia lo porta a «sostituire alla concezione religiosa della vita umana la fede nella destinazione morale dell’uomo» (7); al suo interno – come ha ben rilevato D. McLellan – «non vi è traccia di un dio trascendente» (8). Non a caso l’eroe prediletto del giovane Marx sarà Prometeo, l’orgoglioso titano ribelle agli dèi, da lui definito «il più grande santo e martire del calendario filosofico» (9); colui che, incatenato alla rupe, grida sprezzante a Zeus la propria sentenza «contro tutte le divinità celesti e terrestri» (10); «’A dirla franca, io tutti aborro i numi’» (Aesch., Prom., 975). E non a caso egli esalterà la figura di Epicuro, «il più grande illuminista dell’antichità» cui spetta la lode immortale di Lucrezio per aver schiacciato la religione (11). Questo atteggiamento «prometeico» e intimamente irreligioso del giovane Marx fu alla base di tutta la sua successiva evoluzione filosofico-politica, e percorrerà dall’interno il suo processo di adesione al comunismo. Completamente diversi, sotto tale rispetto, furono gli anni dell’infanzia e della prima adolescenza di Engels, nella cupa e oppressiva atmosfera pietista del Wuppertal, la «Santa valle». A Barmen, sua città natale, non esisteva, come a Treviri, un movimento liberale né un’atmosfera culturale razionalista; vi regnava invece incontrastato, il pietismo, che rappresentava una variante, fortemente accentuata in chiave mistico-moralistica, del cristianesimo protestante con punte di autentico fanatismo religioso e di rigidissima intolleranza” (pag 115-116) [Marco Duichin, ‘Il problema religioso nel giovane Engels. Una reinterpretazione, (in) Critica marxista, n. 1, 1980] [(4) Cfr. A. Cornu, ‘Marx e Engels dal liberalismo al comunismo’, trad. it., Milano, 1971, pp. 64-67; (5) B. Nikolaevskij, O. Maenchen-Helfen, ‘Karl Marx. La vita e l’opera’, trad. it. Torino, 1969, p. 111. Questo punto è stato sottolineato anche da Cantimori: «Non conosciamo nessuna crisi religiosa nella biografia di Marx, mentre quella di Engels comincia proprio con una crisi religiosa» (D. Cantimori, ‘Interpretazioni tedesche di Marx nel periodo 1929-1945’, ora in ‘Studi di storia’, vol. I., Torino, 1976, p. 165); (6) Il fondamentale agnosticismo di Marx a partire dalla sua adolescenza (anche sulla base dell’influenza dell’educazione paterna e di alcuni docenti progressisti del liceo di Treviri) è stato riconosciuto da tutti i suoi maggiori biografi; su ciò si veda in partic.: F. Mehring, ‘Vita di Marx’, trad. it., Roma, 1972; B. Nikolaevskij, O. Maenchen-Helfen, ‘Karl Marx. La vita e l’opera’, cit; A. Cornu, ‘Marx e Engels dal liberalismo al comunismo’, cit.; I. Berlin, Karl Marx, trad. it., Firenze 1967; D.B. Rjazanov, Marx ed Engels, trad. it., Roma, 1969; D. McLellan, ‘Karl Marx. La sua vita e il suo pensiero’, trad. it., Milano, 1976; E. Bottigelli, “Karl Marx et la gauche héghélienne”, Annali Feltrinelli, VI, 1963, pp. 18-19; (7) A. Cornu, op. cit., p. 78; (8) D. McLellan, op. cit., p. 20; (9) K. Marx, ‘Democrito e Epicuro’. Dissertazione dottorale discussa a Jena il 15 aprile 1841, a cura di A. Sabetti, Firenze, 1979, p. 10; (10) Ivi, p. 9; (11) Ivi, p. 79. Un giudizio analogo verrà ribadito da Marx, alcuni anni più tardi, nelle pagine dell’ ‘Ideologia tedesca’ (K. Marx F. Engels, OC, V, p. 131)]