“Anche a questo riguardo la integrazione dell’indirizzo [di Marx, ndr] con la lettura dei due abbozzi preparatori si rivela estremamente preziosa. (…) Molto più estesa risulta infatti, nel primo abbozzo, l’analisi relativa al processo storico con cui si era venuto storicamente formando lo Stato assoluto e centralizzato, in quanto corpo separato rispetto alla società, con una esposizione più dettagliata delle sue singole gasi (monarchia assoluta, Rivoluzione francese, Primo Impero, Monarchia di luglio, Seconda Repubblica e Secondo Impero). Più estese e esplicite erano inoltre, nel primo abbozzo, alcune parti relative al carattere della Comune. La contrapposizione tra Secondo Impero e Comune sfociava in una diretta negazione da parte della Comune delle forma precedente di Stato: «[La Comune] non fu dunque una rivoluzione contro questa o quella forma di potere di Stato legittimista, costituzionale, repubblicano o imperiale. Fu una rivoluzione contro lo ‘Stato’ stesso, questo aborto soprannaturale della società: fu la ripresa da parte del popolo e per il popolo della propria vita sociale. Non fu una rivoluzione fatta per trasferire questo potere da una frazione della classe dominante a un’altra, ma una rivoluzione per spezzare questa stessa orribile macchina del dominio di classe. Non fu una di quelle lotte meschine tra la forma esecutiva e la forma parlamentare del dominio di classe, ma una rivolta contro queste due forme che si confondono l’una con l’altra, nn essendo la forma parlamentare che una appendice ingannatrice dell’Esecutivo. Il Secondo Impero fu la forma conclusiva di questa usurpazione dello Stato. La Comune fu la sua negazione netta e conseguentemente l’inizio della rivoluzione sociale del secolo XIX. (56)” (pag 685) [Ernesto Ragionieri, ‘Marx e la Comune’, (in) Studi Storici’, Istituto Gramsci, Roma, n. 4. 1971] [(56) K. Marx, F. Engels, ‘On the Paris Commune, Moscow, 1971]