“Marx nel ‘Capitale’ analizza dapprima il ‘rapporto’ più semplice, abituale, fondamentale, più diffuso, più ricorrente, riscontrabile miliardi di volte, della società (mercantile) borghese: lo scambio di merci. L’analisi discopre in questo fenomeno semplicissimo (in questa «cellula» della società borghese) ‘tutte’ le contraddizioni (respective l’embrione di ‘tutte’ le contraddizioni) della società moderna. L’ulteriore esposizione ci mostra lo sviluppo (‘sia’ la crescita ‘che’ il movimento) di queste contraddizioni e di questa società, [nella sommatoria] delle singole parti, dal suo inizio alla fine. Tale deve essere il metodo di esposizione (respective di studio) della dialettica in generale (poiché la dialettica della società borghese è in Marx soltanto un caso particolare della dialettica). Cominciare dal più semplice, abituale, diffuso, ecc., da una ‘proposizione qualsiasi’: le foglie dell’albero sono verdi; Ivan è un uomo; Zucka è un cane, ecc. Già qui (come ha osservato genialmente Hegel) c’è la ‘dialettica’: ‘l’individuale è universale’ (cfr. Aristoteles, ‘Metaphysik’, trad. Schwegler, v. II, p. 40, libro 3, cap. 4, 8-9: «denn natürlich kann man nicht der Meinung sein, dass es ein Haus [una casa in generale] gebe ausser den sichtbaren Häusern», (…). Gli opposti (l’individuale è l’opposto dell’universale) sono quindi identici: l’individuale non esiste altrimenti se non nella connessione che lo congiunge con l’universale. L’universale esiste soltanto nell’individuale, attraverso l’individuale. Ogni individuale è (in un modo o nell’altro) universale. Ogni universale è (una particella o un lato o l’essenza) dell’individuale. Ogni universale abbraccia solo approssimativamente tutti gli oggetti individuali. Ogni individuale entra in modo incompleto nell’universale, ecc., ecc. Ogni individuale è collegato da migliaia di trapassi agli individuali (cose, fenomeni, processi) di un’altra ‘specie’, ecc. ‘Già qui’ si danno elementi, embrioni del concetto di ‘necessità’, di connessione oggettiva della natura, ecc. Accidentale e necessario, fenomeno ed essenza sono già qui presenti, perché, nel dire: Ivan è un uomo, Zucka è un cane, ‘questa’ è una foglia d’albero, ecc., ‘tralasciamo’ come ‘accidentali’ una serie di tratti, separiamo l’essenziale dall’apparente e opponiamo l’uno all’altro. Per tale modo, in ‘ogni’ proposizione possiamo (e dobbiamo) scoprire come in una «cellula», gli embrioni di ‘tutti’ gli elementi della dialettica, mostrando così che la dialettica inerisce in generale all’intera conoscenza umana. Le scienze naturali ci presentano (e, di nuovo, questo va dimostrato con un ‘qualsiasi’ esempio molto semplice) la natura oggettiva con queste stesse sue proprietà: trasformazione dell’individuale in universale, dell’accidentale in necessario, trapassi, digradamenti, connessione reciproca degli opposti. La dialettica ‘è appunto’ la teoria della conoscenza (di Hegel e) del marxismo: proprio a questo «lato (che non è un «lato», ma l”essenza’) del problema non ha prestato attenzione Plechanov, per non dire di altri marxisti” (pag 361-366) [V.I. Lenin, ‘A proposito della dialettica’ () (in) V.I. Lenin, Opere XXXVIII. Quaderni filosofici, a cura di Ignazio Ambrogio, Edizioni Lotta Comunista, Milano, 2002] [nota (): Il noto frammento leniniano ‘A proposito della dialettica’ scritto nel 1915 e pubblicato per la prima volta in ‘Bolsevik’, 1925, n. 5-6, è contenuto nel quaderno intitolato ‘Filosofia’, subito dopo il riassunto dell”Eraclito’ lassalliano (cfr. n. 112). Il titolo è di Lenin]