“L’esempio delle guerre nazionali borghesi ci fornisce in verità una lezione molto istruttiva, ma Shachtman ci passa sopra noncurante. Marx ed Engels lottavano per una repubblica tedesca unificata. Nella guerra del 1870-1871 stavano a fianco dei tedeschi malgrado il fatto che la lotta per l’unificazione fosse sfruttata e distorta dai parassiti dinastici. Shachtman si riferisce al fatto che Marx ed Engels si volsero subito contro la Prussia dopo l’annessione dell’Alsazia-Lorena, ma questa svolta non fa altro che illustrare ancora più chiaramente la nostra posizione. E’ inconcepibile dimenticare anche per un istante che si trattava di una guerra fra due Stati ‘borghesi’, e che quindi tutti e due i campi possedevano un denominatore di classe comune. Decidere quali dei due campi fosse il ‘male minore’, nella misura in cui la storia generalmente lasci spazio per tale scelta, era possibile solo sulla base di fattori di altro genere. Per la Germania si trattava di creare uno Stato borghese nazionale sul terreno economico e culturale, e lo Stato ‘nazionale’ in quel periodo era un fattore storicamente progressivo. Fino a questo punto Marx ed Engels si schierarono a fianco dei Tedeschi malgrado gli Hohenzollern ed i junkers. L’annessione dell’Alsazia-Lorena violò il principio dello Stato nazionale nei riguardi della Francia e della Germania, e gettò le basi per una guerra revanscista. Marx ed Engels naturalmente si volsero duramente contro la Prussia. Con ciò non correvano affatto il rischio di rendere un servigio ad un sistema economico inferiore contro uno superiore poiché in tutti e due i campi, come ripetiamo, prevalevano i rapporti borghesi. Se la Francia fosse diventata uno Stato operaio nel 1870, Marx ed Engels sarebbero stati per la Francia sin dall’inizio, in quanto essi – ci si deve ancora abbassare a ripetere cose così elementari – si facevano guidare dal criterio di classe in tutta la loro attività” (pag 217-218) [Leon Trotsky, ‘Da un graffio al pericolo di cancrena’, 24 gennaio 1940, Coyoacan] [(in) Leon Trotsky, ‘In difesa del marxismo’, Roma, 1969]