“Una testimonianza certo incompleta e provvisoria di questa riflessione è offerta da quel frammentario abbozzo che è noto con il titolo ‘Studi sulle leggi del movimento dello sviluppo sociale’ (2), che a dire dello stesso Liebknecht lo accompagnò lungo un arco di un venticinquennio della sua vita (3) e che nella forma trasmessaci dal suo editore riflette la redazione elaborata nel carcere di Luckau nel 1916-18. Una testimonianza che si presenta assai più problematica di quanto non appaia immediatamente chiarificatrice. Trattandosi infatti di un abbozzo frammentario e soprattutto di un testo non compiuto non sarebbe evidentemente possibile trarre conclusioni definitive intorno al pensiero politico e filosofico di Liebknecht, tuttavia alcune considerazioni siamo legittimati a fare sulla scorta di questo testo. (…) In questo contesto l’assunzione del marxismo appare piuttosto forzata, gli spunti critici nei confronti di Marx appaiono predominare rispetto ai momenti di consenso non tanto formale quanto sostanziale. (…) Il concetto di rivoluzione non è dedotto dalla lotta di classe ma dal concetto tipicamente positivistico dell’evoluzione, rispetto alla quale la rivoluzione si pone “come la forma concentrata, intensiva, nella quale si compie l’evoluzione in determinate circostanze critiche […]. Analogia presa dalla biologia: l’atto della nascita, lo strisciar fuori dall’uovo, la metamorfosi degli insetti, la desquamazione dei serpenti e via dicendo […]” (ivi, p. 235). La definizione del socialismo, “il movimento sociale del proletariato”, come la “forma di nascita e di battaglia di questo nuovo umanesimo che tutto abbraccia” (ivi, p. 250), sottolinea il dissenso da Marx in uno dei punti centrali della sua dottrina. E ciò si sottolinea non per ricercare le prove dell’ortodossia, ma semplicemente per cercare di chiarire entro quale orizzonte ideale vada considerato questo aspetto dell’opera di Liebknecht, che risulta tanto più singolare se si considera che le note di riflessione e di commento politico immediato scritte contemporaneamente al manoscritto nella stessa fortezza di Luckau (ed ora largamente disponibili nel IX volume delle ‘Gesammelte Reden und Schriften’) appaiono segnate da una ispirazione notevolmente divergente. Non è a tutta prima facile collocare la riflessione degli ‘Studi’ appena citati nel quadro complessivo del pensiero e dell’azione politica di Liebkecht né nel periodo anteriore alla guerra mondiale né nel periodo dell’approssimarsi della prova rivoluzionaria sul finire della guerra. Si ha l’impressione che si tratti di un tentativo di sistemazione di letture e di riflessioni considerevolmente astratte rispetto all’attività concreta e alle situazioni reali con le quali Liebknecht si trovava a confrontare e commisurare la sua azione. Ma è anche difficile pensare che Liebknecht non abbia avuto la consapevolezza della frattura se non della contraddizione esistente fra questi due piani di discorso e di iniziative. Nulla nei lavori precedenti, e in particolare nello studio dell’antimilitarismo che è una delle più cospicue analisi di un settore dell’apparato dello stato borghese che abbia fornito la letteratura socialista del periodo della II Internazionale, lascia presagire una così forte propensione all’astrazione teoretica in Liebknecht, anche se la necessità di fare i conti con la tradizione della filosofia classica e della cultura contemporanea può ben essere stata presente in tutto l’arco della sua esistenza politica” [Enzo Collotti, Karl Liebknecht e il problema della rivoluzione socialista in Germania, estratto da ‘Annali’, Milano, 1974] [Karl Liebknecht, ‘Studien über die Bewegungsgesetze der gesellschaftlichen Entwicklung, München, 1922 (“Aus dem wissenschaftlichen Nachlass im Auftrage der Erben Liebknechts herausgegeben von Dr. Morris”); ed ‘ivi’ nell’introduzione del curatore (R. Marnasse) la storia sommaria delle vicende del manoscritto; (3) Nella avvertenza dello stesso Liebknecht; cit. p. 16; (4) Come già ricordato da Ernesto Ragionieri, nell”Introduzione’ [all’antologia di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, Lettere 1915-1918, Roma, 1967, p. XXI, ndr], le testimonianze più dirette di questa eredità sono offerte dalle note intime contenute nelle lettere dirette da Liebknecht alla moglie e ai figli dal campo e dal carcere, ora in buona parte raccolte in ‘Gesammelte Renden und Schriften’, vol VIII e IX (…)]