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“L’amicizia epistolare tra il Labriola e il Bernstein superò, per così dire, la prova del fuoco in occasione dell’attacco assai aspro del quale il Bernstein stesso fu oggetto sulle colonne della ‘Neue Zeit’ per parte di Plechanov. Il Labriola solidarizzò pienamente con il suo corrispondente ed espresse la sua disapprovazione nei confronti dell’articolo del Plechanov scrivendone sia a Kautsky, direttore della ‘Neue Zeit’, sia al Bernstein. L’argomentazione sulla quale egli basò tale sua presa di posizione ideale, è interessante. (…) Si presti attenzione alla data dell’ultima lettera al Bernstein qui citata: nel novembre 1898 il Congresso di Stoccarda, nel corso del quale le tesi del Bernstein erano state respinte dal partito socialdemocratico tedesco, era già avvenuto e anzi ad esso ed alla “sconfessione” del Bernstein il Labriola fa esplicito riferimento. Ancora a questa data dunque il Labriola mostrava di considerare con simpatia la posizione del Bernstein e di comprendere la validità della sua istanza critica. Gli è che – come precisava al Croce in una lettera di pochi giorni successiva a quella del Bernstein testé citata – egli riteneva che altra cosa fosse il revisionismo del Masaryk, degli Andler, di Sorel e del Croce stesso, di coloro insomma “che stanno fuori della cosa”, che discutevano del marxismo con il distacco del “letterato” ed altra cosa “più seria, ossia reale” quello di Bernstein, il vecchio “compagno”, allievo di Engels e già direttore del ‘Sozialdemokrat’. Nella stessa lettera il Labriola annunciava al Croce la prossima pubblicazione per parte di Bernstein di “un libro su ciò che ora è ‘valido’ nel marxismo” (7). Ma fu proprio questo libro, che il Labriola mostrava di attendere con ansia, a determinare l’incrinatura e, in definitiva, la rottura di un’amicizia intellettuale che si era venuta sempre più intensificando, negli ultimi anni. Dal carteggio con Kautsky e con Bernstein risulta infatti con ogni evidenza che la pubblicazione delle ‘Voraussetzungen’ (*) e la reclamizzazione, se ci è lecito il termine, che di esse fu fatta in Francia pe opera del Sorel (con il quale il Labriola avava già rotto in precedenza) e del Merlino in Italia a determinare un nuovo corso nei rapporti tra il Labriola e il Bernstein. A poco a poco il contrasto manifestatosi tra i due nei primi giorni del 1899 si fa sempre più acuto sino a divenire una rottura pressoché definitiva, quale ci attesta la importante lettera del Labriola al Bernstein in data del 20 maggio 1899, che è del resto pressoché contemporanea alla recensione che il Labriola pubblicò alle ‘Voraussetzungen’ sul ‘Mouvement Socialiste’ del Lagardelle (8). Sia in forma privata che in forma pubblica il Labriola esprimeva il suo aperto dissenso da colui la cui azione – come scriveva a Kautsky in data 5 aprile 1899 – sino a pochi mesi prima aveva giudicata utile e feconda. L’impressione – e non certo infondata – è quella di un brusco ‘revirement’, più simile a una reazione passionale che a un meditato ripensamento. La passione del “rivoluzionario” avrebbe preso il sopravvento sul “critico” e sul “filosofo”. Né mancano gli elementi a convalidare questa tesi. Nell’epistolario con Kautsky il lettore troverà riprodotti, talvolta con espressioni identiche dal punto di vista letterale, quegli accenni a un “complotto internazionale” dal quale la polemica sulla “crisi del marxismo” avrebbe preso origine ed i cui principali responsabili sarebbero stati il Sorel e il Merlino, che già conosceva dagli estratti di lettere pubblicati dal Croce; accenni che testimoniano più nel senso di una reazione passionale e personale che in quello di un ragionato dissenso di idee” [Giuliano Procacci, ‘Antonio Labriola e la revisione del marxismo attraverso l’epistolario con Bernstein e con Kautsky (1895-1904)’, (in) Annali anno III, 1960, edizioni Feltrinelli, 1961] [(7) ‘Come nacque e come morì il marxismo teorico in Italia’ (B. Croce) p. 304; (8) La traduzione italiana di tale lettera trovasi in A. Labriola, ‘Democrazia e socialismo in Italia’, a cura di L. Cafagna, Milano, 1954, pp. 85 sgg.; (*) E. Bernstein, ‘I presupposti del socialismo e i compiti della socialdemocrazia’, Bari, 1974, ndr]