“Frutto di una concezione evoluzionistica diretta a trasformare gradualmente la società capitalistica, il Psi, nel decennio successivo alla sua nascita è portato ad accogliere di fatto le idee revisionistiche di Bernstein sena grandi pretese filosofiche (39). Infatti, nel Psi non scoppiò mai una ‘Bernstein-Debatte’, perché di fatto Bernstein non urtava contro nessuna ortodossia marxista (40). ‘Di fatto’, e non esplicitamente, perché i dirigenti riformisti, preoccupati dell’unità del movimento socialista, anziché prendere posizione sul revisionismo avevano cercato di contrastarlo e di tenerlo fuori dal partito. “I capi politici del socialismo italiano si limiteranno a prese di posizioni frettolose e forse non sufficientemente meditate. E’ il caso di Turati che verso la fine del ’99, quando la polemica tra Bernstein, Kautsky e Bebel era già in pieno svolgimento, scriveva insieme alla Kuliscioff a quest’ultimo esprimendogli la sua solidarietà contro il Bernstein” (41). Dunque, la ‘Bernstein-Debatte’, “pur influendo sulla linea politica del partito rimaneva senza apprezzabili conseguenze sul suo indirizzo ideologico” (42). Nel caso di Turati, che “in seguito confermerà apertamente le influenze bernsteiniane e la cui concezione del riformismo dimostrerà fin dalle origini una stretta aderenza con le posizioni del revisionismo tedesco”, tale riluttanza “ad ammettere l’influenza di Bernstein può essere spiegata con una ragione puramente tattica al fine di evitare che il suo riformismo, che mirava a rappresentare non una qualsiasi eresia ma tutto il socialismo, si trovasse relegato ai margini del partito in posizione di minoranza dissidente” (43)” [(40) Cfr. su questi temi K.E. Lönne, ‘Il dibattito sul revisionismo nella socialdemocrazia tedesca’, in L. Valiani e A. Wandruszka (a cura di), ‘Il movimento operaio e socialista in Italia e in Germania da 1870 al 1920’, Bologna, Il Mulino, 1978, pp. 89-149. Sulla Seconda Internazionale cfr. G.D.H. Cole, Storia del pensiero socialista, vol. III, ‘La Seconda Internazionale, 1889-1914’, Bari, Laterza, 1968; G. Haupt, ‘La II Internazionale’, Firenze, La Nuova Italia, 1973. Cfr. anche F. Andreucci, ‘Il partito socialista italiano e la II Internazionale’, in ‘Studi storici’, 1977, n. 2, pp. 35-58; (41) G. Mammarella, ‘Riformisti e rivoluzionari nel partito socialista italiano, 1900-1912’, cit., p. 88. Cfr. Turati-Kuliscioff, ‘Carteggio’, a cura di A. Schiavi, vol: 1 (maggio 1898-giugno 1899), Torino, Einaudi, 1949; (42) G. Mammarella, ‘Riformisti e rivoluzionari…’, p. 86; (43) G. Mammarella, ‘Riformisti e rivoluzionari…’, p. 88]