“Nel testo [La situazione della classe operaia in Inghilterra, ndr] si afferma che il periodo ciclico delle grandi crisi industriali è di cinque anni. Era questo l’intervallo che sembrava risultare dal corso degli avvenimenti dal 1825 al 1842. Ma la storia dell’industria dal 1842 al 1868 ha dimostrato che il periodo in effetti è decennale, che le crisi intermedie erano di natura secondaria, e a partire dal 1842 sono andate via via scomparendo. Dal 1868 la situazione è nuovamente mutata; ma di ciò parleremo più oltre. Non mi è passato per la mente di cancellare dal testo le numerose  profezie, e in primo luogo quella di una imminente rivoluzione sociale in Inghilterra, dovute al mio entusiasmo giovanile di quei tempi. Non vedo alcun motivo di presentare il mio lavoro e me stesso migliori di quel che eravamo allora. Lo straordinario è non già che tante di quelle profezie siano risultate errate, bensì che tante si siano avverate, e che ora la situazione dell’industria inglese sia divenuta realmente critica, per effetto della concorrenza continentale e soprattutto americana, come in quel tempo io prevedevo, sia pure, è vero, per un futuro assai più vicino. Rispetto a questo punto, ho il dovere di aggiornare il libro in rapporto alla situazione odierna. Adempio questo compito riproducendo qui un articolo apparso in inglese nel ‘Commonweal’ di Londra del 1° marzo 1885 e in tedesco nella ‘Neue Zeit’ del luglio dello stesso anno (fascicolo 6). (…)” [Friedrich Engels, prefazione del 1892 a ‘La situazione della classe operaia in Inghilterra. In base a osservazioni dirette e fonti autentiche’, Roma, 1972]