“Cerchiamo di chiarire riportandoci ad Engels che a mo’ di esempio scriveva: “Balzac, che io ritengo maestro del realismo di gran lunga maggiore di tutti gli Zola del passato, del presente e dell’avvenire, ci dà nella ‘Comèdie humaine” un’eccellente storia realista della società francese, poiché, sotto forma di una cronaca, egli descrive quasi anno per anno, dal 1816 al 1848, la spinta sempre crescente della borghesia in ascesa contro la società nobiliare che, dopo il 1815, si era ricostituita ed era ritornata a inalberare, nei limiti  delle sue possibilità, il vessillo della “vieille politesse française”. Egli descrive come gli ultimi avanzi di questa società, per lui esemplare, andavano a poco a poco soggiacendo all’assalto del ricco e volgare villan rifatto o venivano da lui corrotti”. E più avanti continua: “…e intorno a questo quadro centrale raggruppa una storia completa della società francese dalla quale io, perfino nelle particolarità economiche (ad esempio la ridistribuzione della proprietà reale e personale dopo la Rivoluzione francese) ho imparato più che da tutti gli storici, gli economisti, gli statisti di professione di questo periodo messi insieme” (12) (*). E certamente Balzac non fu un rivoluzionario; egli era, come spiega ancora Engels, politicamente un legittimista e la sua opera è “l’elegia sull’inevitabile rovina della buona società; tutte le sue simpatie sono per la classe destinata a tramontare” (13)” [F. Migliaccio, Arte e rivoluzione, 1974] [K. Marx F. Engels, Ausgewählte Briefe, Berlino, 1953, pp. 482-5; (13) Idem, pp. 482-5; (“) ndr: “Quanto più nascoste rimangono le opinioni dell’autore e tanto meglio è per l’opera d’arte. Il realismo di cui io parlo può manifestarsi  anche a dispetto delle idee dell’autore. Mi permetta un esempio: Balzac, che io ritengo un maestro del realismo di gran lunga maggiore di tutti gli Zola del passato, del presente e dell’avvenire, ci dà nella ‘Comèdie humaine” un’eccellente storia realista della società francese (…). Certo Balzac fu un legittimista politicamente; la sua grande opera è una continua elegia sull’inevitabile rovina della buona società; tutte le sue simpatie sono per la classe condannata a tramontare” (F. Engels, Il realismo di Balzac, lettera a M. Harkness (primi aprile del 1888), in K. Marx, F. Engels, Scritti sull’arte, pp. 160-161)]