“La ‘forma del lavoro di molti’, che lavorano l’uno accanto all’altro e l’uno assieme all’altro secondo un piano in ‘uno stesso’ processo di produzione o in processi di produzione differenti ma ‘connessi’, si chiama ‘cooperazione’. Come la forza d’attacco di uno squadrone di cavalleria o la forza di resistenza di un reggimento di fanteria è essenzialmente diversa dalle forze di attacco e di resistenza sviluppate da ogni cavaliere o fante preso singolarmente, così la ‘somma meccanica delle forze’ dei lavoratori presi singolarmente è sostanzialmente diversa dal potenziale sociale di forza che si sviluppa quando molte braccia cooperano ‘contemporaneamente a una stessa operazione indivisa’; p. es., quando c’è da sollevare un peso, da girare una manovella o da rimuovere un ostacolo. Qui il lavoro preso singolarmente non potrebbe produrre in nessun modo l’effetto del lavoro combinato, oppure potrebbe produrlo soltanto in periodi molto più lunghi, oppure soltanto su infima scala. Qui non si tratta soltanto di aumento della forza produttiva industriale attraverso la cooperazione, ma di creazione di una forza produttiva che devere essere in sé e per sé ‘forza di massa’” [Karl Marx, Il capitale. Critica dell’economia politica. Libro primo. Il processo di produzione del capitale (1863-1890). Tomo I., 2012]