“Abbiamo visto come, nelle loro polemiche con gli anarchici, Marx ed Engels avessero spiegato con la massima cura le loro vedute sull’atteggiamento della rivoluzione nei confronti dello Stato. Pubblicando nel 1891 la “Critica del programma di Gotha” di Marx, Engels scriveva: “Noi [cioè Engels e Marx] eravamo impegnati allora, appena due anni dopo il Congresso dell’Aja della [Prima] Internazionale, nella lotta più violenta contro Bakunin e i suoi anarchici”. Gli anarchici tentarono di presentare la Comune di Parigi come una cosa per così dire “loro”, che confermava la loro dottrina, ma non capirono un’acca degli insegnamenti della Comune e dell’analisi fattane da Marx. Sulle questioni politiche concrete: bisogna ‘spezzare’ la vecchia macchina dello Stato? e ‘con che cosa’ sostituirla? l’anarchismo non dette nulla che corrispondesse sia pur approssimativamente alla verità. Ma parlare “di anarchismo e di socialismo” eludendo totalmente la questione dello Stato, ‘senza vedere’ tutto lo sviluppo del marxismo prima e dopo la Comune, voleva dire cadere inevitabilmente nell’opportunismo. Ciò che infatti occorre all’opportunismo è che le due questioni che noi abbiamo qui indicate ‘non’ siano affatto poste. Ciò costituisce ‘di per sè’ una vittoria dell’opportunismo” [V.I. Lenin, Il marxismo degradato dagli opportunisti, in ‘Stato e Rivoluzione’, 1949]