“Quando Marx dice, in questo testo (Il Capitale), che non basta trovare il nocciolo terreno delle credenze religiose, ma bisogna intendere quelle credenze a partire dai “rapporti reali di vita che di volta in volta si presentano” riprende la sua giovanile polemica con Feuerbach e la sinistra hegeliana. Un analogo concetto aveva espresso nella quarta glossa a Feuerbach. Le credenze religiose non sono soltanto la proiezione immaginaria di una irrealizzata “essenza” umana, ma riproducono particolari situazioni di fatto. Né basta una presa di coscienza per un effettivo superamento di quelle credenze, perché esse persisteranno finché non saranno rimosse le situazioni di fatto che esprimono. Nel cristianesimo, per esempio, l’uomo riconosce se stesso attraverso un mediatore, il Cristo: ora questo giro vizioso non è altro che la realizzazione fantastica e consolatoria dell’essere umano che di fatto non può realizzarsi a causa dell’oppressione economica e politica a cui è sottoposto.” [Francesco Valentini, Il pensiero politico contemporaneo, 1979]