“In un breve lasso di tempo, grazie anche all’attività intellettuale e in parecchie occasioni organizzative di Marx e di Engels, dall’ancora informe e spesso politicamente confusa e confusionaria Lega dei giusti (la cui parola d’ordine suona: “Tutti gli uomini sono fratelli”) si progredisce, nel quadro di un’evoluzione che fa molte vittime sul piano politico e dottrinale, alla ben più compatta e idealmente ferrata Lega dei comunisti, fondata strutturalmente alla metà del 1847. Nel suo secondo congresso costitutivo del dicembre dello stesso anno, la nuova Lega delibera di darsi un programma rivoluzionario: il ‘Manifesto del partito comunista’, la cui stesura è affidata a Marx e a Engels. E il motto della Lega è: “Proletari di tutti i paesi, unitevi!”. Con la Lega dei comunisti comincia la storia politica e organizzativa del proletariato contemporaneo: la Lega segna quindi l’atto di nascita di quel “partito di classe” che, grazie a Marx, assumerà una compiuta sistemazione teorica soltanto negli anni della Prima Internazionale (1864-1872) e avrà un’organizzazione non solo abbozzata, ma pur essa definitiva, come eredità della stessa Internazionale”. [Gian Mario Bravo, Karl Marx] [in Gian Mario Bravo, Silvia Rota Ghibaudi, a cura, Il pensiero politico contemporaneo, Volume II, 1986]