“La filosofia hegeliana, in altre parole, può essere considerata come lo sviluppo e la realizzazione coerente della proposizione spinoziana: ‘omnis determinatio est negatio’ (una proposizione, non a caso, che piacque molto anche al vecchio Marx). Ma con l’avvertenza, che, a differenza di Spinoza, Hegel ha sviluppato entrambi i possibili significati dell’identità affermata nella proposizione: e, cioè, sia che ‘il determinato è negazione’, sia, all’inverso, che ‘la negazione è determinata’. Al primo dei due significati, corrisponde la tesi che “il finito è ideale”, cioè che ‘il finito è la negazione o contraddizione logica’. Ed è, questo, il punto in cui cadono a proposito le celebri affermazioni della “dialettica del finito” o della materia: cioè la tesi di Hegel che ogni finito, o oggetto determinato, è l’unità di “essere” e “non essere” insieme, ovvero che esso “è, in se stesso, sé e la ‘mancanza’ [si ricordi Kant a proposito di Leibniz!], sé e ‘il negativo di se stesso’, sotto un unico e medesimo riguardo” (33); onde, finalmente, Hegel può concludere con l’affermazione generale che “‘tutte le cose sono in se stesse contraddittorie’, e ciò propriamente nel senso che questa proposizione esprima anzi, in confronto delle altre, la verità e l’essenza delle cose” (34). Al secondo dei due significati, corrisponde viceversa la tesi che ‘la negazione è il determinato o finito stesso’, cioè che la contraddizione logica ha come propria incarnazione oggettiva e sua ‘esistenza’ esteriore qualsiasi ‘oggetto’ o processo reale: onde Hegel qui afferma che “la contraddizione non è da prender semplicemente come un’anomalia che si mostri solo quà e là, ma è il negativo nella sua determinazione essenziale, il principio di ogni muoversi, muoversi che non consiste se non in un esplicarsi e mostrarsi della contraddizione”. Ed egli aggiunge: “Persino l’esterior moto sensibile non è che la sua esistenza immediata. Qualcosa si muove, non in quanto in questo Ora è qui, e in un altro Ora è là, ma solo in quanto in un unico e medesimo Ora è qui e non è qui, in quanto in pari tempo è e non è in questo Qui. Si debbon concedere agli antichi dialettici – conclude Hegel – le contraddizioni ch’essi rilevano nel moto, ma da ciò non segue che pertanto il moto non sia, sibbene anzi che il moto è ‘la contraddizione stessa come esistente'” (35)” [Lucio Colletti, Contraddizione dialettica e non-contraddizione] [(in) Lucio Colletti, Tramonto dell’ideologia, 1981] [(33) G.F.W. Hegel, Scienza della logica, cit., II, pp 70-1; (34) Ivi, p. 69; (35) Ivi, p. 70]