“Con la stessa risolutezza con cui sottolinea qui il punto di vista internazionale, Engels combatte in tutto il suo ultimo periodo contro l’irrigidimento e l’appiattimento del metodo dialettico. Lenin ha constatato con grande acume storico che, nel periodo dell’attività di Marx ed Engels, il problema principale era quello dell'”elaborazione della filosofia del materialismo verso l’alto”. “Perciò Marx ed Engels nelle loro opere sottolinearono il materialismo ‘dialettico’ più che il ‘materialismo’ dialettico, insistettero più sul materialismo ‘storico’ che sul ‘materialismo’ storico”. Nel suo ultimo periodo Engels deve sempre di nuovo constatare con sdegno che i più recenti teorici in seno o in margine al movimento operaio volgarizzano il materialismo sino alla caricatura. A questo proposito egli scrive a Konrad Schmidt: “In generale la parola “materialista” serve in Germania a molti recenti scrittori come una semplice etichetta che si appiccica a tutto e ad ogni cosa senza altro studio, cioè si attacca questa etichetta e poi si crede di aver sbrigato la faccenda. La nostra concezione della storia è invece anzitutto un avviamento allo studio, non una leva per fabbricare costruzioni di tipo hegeliano. La storia intera deve essere ristudiata…”. In un’altra lettera a Konrad Schmidt dice: “E nella teoria c’è ancora tanto da fare, specialmente nel campo della storia economica e dei suoi rapporti con la storia politica, giuridica, religiosa, letteraria e con la storia della civiltà generale: campi in cui soltanto una chiara prospettiva teoretica è in grado di indicare la via nel labirinto dei fatti”. Engels non si stanca mai di spiegare ai giovani socialisti il significato dell’ineguaglianza di sviluppo, dell’uso non schematico e dialettico del rapporto tra struttura e superstruttura, il rapporto dialettico tra forma e contenuto” [Gyorgy Lukacs, Il marxismo e la critica letteraria, 1953]