“Abbiamo studiato più sopra partitamente le tre forme principali nelle quali lo Stato si elea al disopra della ‘gens’. Atene offre la forma più pura, la più classica: qui lo Stato nasce direttamente e prevalentemente dagli antagonismi di classe che si sviluppano nel seno stesso della società ‘gentile’. A Roma questa società diventa un’aristocrazia chiusa, in mezzo a una plebe numerosa, estromessa, priva di diritti ma carica di doveri; la vittoria della plebe distrugge l’antica costituzione della ‘gens’ e instaura sulle sue rovine lo Stato, nel quale l’aristocrazia della ‘gens’ e la plebe non tardano a confondersi. Nei vincitori Germani dell’Impero Romano infine, lo Stato sorse direttamente dalla conquista di vasti territori stranieri che il regime della ‘gens’ era impotente a dominare; poiché a tale conquista non è collegata né una seria lotta con l’antica popolazione, né una divisione più completa del lavoro, poiché il grado di sviluppo ei vinti e quello dei conquistatori è pressoché identico e quindi l’antica base economica della società sussiste, la ‘gens’ può resistere per diversi secoli nella forma territoriale modificata che corrisponde alla costituzione della Marca, e anche ringiovanire per un certo spazio di tempo in forma affievolita, nelle case nobili patrizie ulteriori, come anche nelle famiglie dei contadini e del Dithmarschen (1). Lo Stato non è quindi in nessun modo un potere imposto dall’esterno alla società, e neppure è l’«attuazione dell’ideale morale», l’«immagine e l’attuazione della ragione», come pretende Hegel. È piuttosto un prodotto della società che ha raggiunto un determinato grado di sviluppo, è la confessione che questa società si sviluppa in una insolubile contraddizione con se stessa; essa è divisa da antagonismi inconciliabili che non può comporre in alcun modo. Ma affinché le classi antagoniste, i cui interessi sono in opposizione, non distruggano se stesse e la società in lotte sterili, si rende necessario un potere che domini apparentemente la società, avente l’incarico di attenuare il conflitto mantenendolo entro i limiti dell”ordine’: questo potere, nato dalla società, ma che si pone al disopra di essa divenendole sempre più estranea, è lo Stato” (pag 195-196) [F. Engels, ‘L’origine della famiglia della proprietà e dello Stato’, Fasani, Milano, 1945] [(1) Il primo storico che si è fatto della natura della ‘gens’ un’idea perlomeno approssimativa è Nieburh, e la deve – insieme agli errori da lui accettati nello stesso tempo – alla sua conoscenza delle schiatte contadine del Dithmarschen]