“The 1848 Revolution in France was also visualized by Marx and Engels as a process of permanent revolution, despite the fact that it involved a country that had not only known a bourgeois revolution but was also the most industrialized on the Continent. The existence of a monarchical state and the nearly exclusive concentration of political power in the hands of a financial aristocracy dictated certain revolutionary-democratic tasks: while the numerical superiority of the petty bourgeoisie and peasantry was a formidable obstacle to a workers’ revolution. Thus la France of 1848 constituted a social formation intermediate between the ‘backwardness’ of Germany and the ‘ripeness’ of England in relation to the development of the productive forces and the polarization of the class structure. This complex situation was analysed in a contradictory manner in Marx’s ‘Class Struggles in France. On the hand, he affirmed that ‘it is only the rule of the bourgeoisie which serves to tear up the material roots of feudal society and level the ground, thus creating the only possible conditions for a proletarian revolution’. On the other, with the exception of Paris, the proletariat ‘is almost submerged by the predominance of peasant farmers and petty bourgeoisie'” [“La rivoluzione del 1848 in Francia fu anche vista da Marx ed Engels come un processo di rivoluzione permanente, nonostante coinvolgesse un paese che non solo aveva conosciuto una rivoluzione borghese ma era anche il più industrializzato del continente. L’esistenza di uno stato monarchico e la concentrazione quasi esclusiva del potere politico nelle mani di un’aristocrazia finanziaria dettavano certi compiti democratico-rivoluzionari: mentre la superiorità numerica della piccola borghesia e dei contadini era un ostacolo formidabile a una rivoluzione operaia. Così la Francia del 1848 costituì una formazione sociale intermedia tra l'”arretratezza” della Germania e la “maturità” dell’Inghilterra in relazione allo sviluppo delle forze produttive e alla polarizzazione della struttura di classe. Questa complessa situazione è stata analizzata in modo contraddittorio nelle “Lotte di classe in Francia” di Marx. Da un lato, egli ha affermato che “è solo il dominio della borghesia che serve a strappare le radici materiali della società feudale e a spianare il terreno, creando così le uniche condizioni possibili per una rivoluzione proletaria”. Dall’altro, ad eccezione di Parigi, il proletariato “è quasi sommerso dal predominio dei contadini e della piccola borghesia”” (pag 19) [Michael Löwy, ‘Combined and Uneven Development. The Theory of Permanent Revolution’ [Sviluppo combinato e ineguale. La teoria della rivoluzione permanente], Verso Editions, London, 1981]
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- Articolo pubblicato:12 Febbraio 2021