“«Nella sua forma razionale, la dialettica è scandalo ed orrore per la borghesia e per i suoi dottrinari, perché ‘nella comprensione positiva dello stato di cose esistenti’ include ‘simultaneamente anche la comprensione della negazione di esso’, la comprensione del suo necessario tramonto, perché concepisce ogni forma divenuta nel fluire del movimento, quindi anche dal suo lato transeunte, perché nulla la può intimidire perché essa è critica e rivoluzionaria per essenza» [K. Marx, ‘Il capitale’, Libro I (poscritto alla II edizione) Roma, Editori Riuniti, 1964, p. 45)]; (…) “Ricordiamo a questo proposito Marx: «In tutte le forme di società vi è una determinata produzione che decide del rango e dell’influenza di tutte le altre, e i cui rapporti determinano del rango e dell’influenza di tutti gli altri» (K. Marx, ‘Per la critica dell’economia politica’, cit., p. 195) e Lenin: «Per primo Marx portò la sociologia su un terreno scientifico stabilendo il concetto di formazione economico-sociale come complesso di determinati rapporti di produzione e stabilendo che lo sviluppo di queste formazioni è uno sviluppo storico naturale» [V.I. Lenin, ‘Che cosa sono gli amici del popolo e come lottano contro i socialdemocratici’, in ‘Opere complete’, vol. I, Roma, Edizioni Rinascita, 1955, p. 137]; (…) Notiamo che Bettelheim si rifà direttamente a Lenin, che nel 1918 definiva così la transizione: «Ma cosa significa dunque la parola transizione? Non significa, quando la si applichi all’economia, che in quel determinato regime vi sono elementi, particelle, frammenti di capitalismo e socialismo? Chiunque deve ammettere che è così» [V.I. Lenin, ‘Sull’infantilismo di sinistra e lo spirito piccolo-borghese’, vol. 27 delle ‘Opere complete’, cit., p. 305]; (…) «”La politica è l’espressione concentrata dell’economia”, ho ripetuto nel mio discorso, perché mie ero sentito rimproverare la mia impostazione “politica”, rimprovero assolutamente privo di senso in bocca ad un marxista. La politica non può non avere il primato sull’economia. Ragionare diversamente sarebbe dimenticare l’Abc del marxismo… Senza una giusta impostazione politica una determinata classe non può mantenere il suo dominio e non può quindi assolvere il suo compito nella produzione» (pp. 70-71). E ancora: «Il fondo teorico dell’errore che qui commette il compagno Bucharin è la sostituzione dell’eclettismo al rapporto dialettico tra politica ed economia, (rapporto che Marx ci insegna). «”L’uno e l’altro”, “da una parte e dall’altra”: ecco la posizione teorica di Bucharin. Ciò è eclettismo. La dialettica esige che si tenga conto, sotto tutti gli aspetti, dei rapporti nel loro sviluppo concreto, e non che si afferri un pezzetto di una cosa, un pezzetto dell’altra» (p. 77) [Cfr. V.I. Lenin, ‘Ancora sui sindacati, la situazione attuale e gli errori di Trotski e di Bucharin’, in Opere complete, vol. 32, Roma, Editori Riuniti, 1967, pp. 57-94]; (…) «Questo periodo di transizione non può non essere un periodo di lotta fra il capitalismo agonizzate e il comunismo nascente, o in altre parole fra il capitalismo vinto ma non distrutto e il comunismo già nato ma ancora debolissimo» [Cfr. V.I. Lenin, ‘Economia e politica nell’epoca della dittatura del proletariato’, cit., p. 88] [(in) Giannarita Mele, ‘La transizione al socialismo in Charles Bettelheim’, Roma, Editori Riuniti, 1964, p. 117-144] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]