“Concittadini a Londra per oltre un ventennio (1849-1873), Karl Marx e John Stuart Mill commentano ampiamente le radicali trasformazioni politiche e socio-economiche in atto in quegli anni al di fuori dell’Europa, individuando negli Stati Uniti il laboratorio per studiare le contraddizioni e il destino della democrazia moderna. Nel cuore dell’Ottocento, quello che Hegel nelle ‘Lezioni sulla filosofia della storia’ ha definito «il paese dell’avvenire» (1) è preda di una violentissima Guerra Civile (1861-’65): essa costituisce una rivoluzione non «verticale», come quella dell’Indipendenza del secolo precedente, ma «orizzontale», nella quale a scontrarsi sono, oltre che due letture radicalmente diverse degli assetti costituzionali, due opposte interpretazioni del rapporto tra uomini e istituzioni. Rispetto, dunque, all’America descritta trent’anni prima da Alexis de Tocqueville (2), il Nuovo Mondo osservato da Mill e da Marx è assai mutato: in esso il principio di «classe» affermatosi nel corso del XIX secolo ha ormai assunto un’ineludibile rilevanza storico-politica. Pur senza mai citarsi a vicenda (3), i due filosofi fotografano, negli stessi anni e dal medesimo osservatorio europeo, l’evolvere tumultuoso della passione per l’uguaglianza che il pensatore francese ha dipinto quando la democrazia moderna mostrava ancora i primi segni del proprio incipiente sviluppo capitalistico. Marx è per un decennio (dal ’52 al ’62) collaboratore del “New York Daily Tribune” e, tra il ’61 e il ’62, analizza e commenta le vicende belliche statunitensi in un numero consistente di articoli pubblicati sulla rivista viennese «Die Wiener Presse», Mill, invece, dedica alla Guerra di secessione e al tema più ampio dello schiavismo americano importanti riflessioni, raccolte principalmente in tre contributi: ‘The Negro Question’ (1850), ‘The Contest in America’ e ‘The Slave Power’ (entrambi del 1862)” (pag 475-476) [(1) Cfr. Hegel 1961, p. 233: «L’America è, così, il paese dell’avvenire, quello a cui, in tempi futuri, forse nella lotta fra il Nord e il Sud, si rivolgerà l’interesse della storia universale. Essa è un paese di nostalgia per tutti coloro che sono stufi dell’armamentario storico della vecchia Europa»; (2) Su cui si veda il recente Catanorchi, Regazzoni 2010; (3) Cfr. Ginsborg 2006] [David Regazzoni, ‘Democrazia in catene. Civilizzazione, schiavismo e guerra negli scritti sull’America di John Stuart Mill e Karl Marx’, ‘Rivista Storica della Filosofia’, Franco Angeli, Milano, n. 3, 2014]