“Friedrich Engels ha definito, nella sua formidabile analisi sulla nascita e sulla struttura dell’impero tedesco, le possibilità strategiche di Bismarck nel seguente modo: “Da come stavano le cose in Germania nel 1871, un uomo come Bismarck dipendeva effettivamente da una politica che doveva destreggiarsi tra le diverse classi. E fin qui non c’è niente da rimproverargli. La questione è quale fosse l’obiettivo di tale politica. Se andava, non importa a quale velocità, ma coscientemente e risolutamente verso il dominio della borghesia, allora sarebbe stata in armonia con lo sviluppo storico, almeno per quanto lo potesse essere dal punto di vista delle classi dominanti. Se invece, si affrettava a mantenere vivo il vecchio stato prussiano con l’intento di prussianizzare la Germania, allora sarebbe stata reazionaria e condannata al fallimento. Se, per contro voleva mantenere il dominio di Bismarck, allora sarebbe stata bonapartista facendo la fine di ogni bonapartismo” [(53) Friedrich Engels, ‘Il ruolo del potere nella storia (Potere ed economia durante la creazione del nuovo Reich tedesco)’. In Marx-Engels-Lenin-Stalin, ‘Riflessioni sulla storia tedesca’, Berlino, 1954, II 2. pag 1100] (pag 15); “Con la convocazione del primo congresso di partito che doveva ora avvenire mentre era in vigore la legge antisocialista, la socialdemocrazia doveva essere sottoposta alla prima prova organizzativa e quindi politica del partito unitario. Il congresso ebbe luogo dal 20 fino al 23 agosto del 1880 nel castello di Wyden sotto la copertura di una “Assemblea generale delle casse malati, dei viandanti e d’assistenza alla vecchiaia organizzata dalle associazioni della Svizzera tedesca”. Al primo congresso del partito socialdemocratico che era stato tenuto mentre era in vigore la legge speciale, presero parte 56 delegati ed un certo numero di ospiti stranieri. Julius Motteler aveva in mano la parte organizzativa. Franz Mehring definì questo congresso, e a ragione, come l’ispezione del partito (29). (…) La vittoria sull’anarchia era la premessa per il successo della tattica federale contro l’associazione segreta. Una tra le più famose risoluzioni prese durante il congresso di Wyden fu quella di cancellare la parola “legale” dal programma del partito richiesta da Schlüter (34). Quest’ultimo dichiarò con la generale approvazione del partito e con un semplice ragionamento logico: “Che nessuno, né l’amico, né il nemico, creda di poter contare sulle vie ‘legali’; il passo in questione sarebbe una menzogna; se quest’ultimo dovesse essere mantenuto, sembrerebbe che noi volevamo assoggettarci alla legge del 21 ottobre 1878. Cancellare tale passo, non significherebbe escludere per sempre le vie legali” (35). Quest’istanza venne approvata all’unanimità. Essa motivò allo stesso tempo il legame tra il lavoro legale e quello illegale” (pag 31-32) [(29) Mehring, Franz, ‘Storia della socialdemocrazia tedesca’, cit, II, pag 419; (34) Cfr. Gemkow, Heinrich, ‘L’aiuto di Friedrich Engels’, loc. cit., pag. 57, annotazione. Mehring, Franz, Storia della socialdemocrazia tedesca, II, loc. cit., pag 430; (35) Verbale manoscritto del congresso di Wyden, loc. cit., 3a riunione, domenica 22 agosto 1880] [Ernst Engelberg, ‘Politica rivoluzionaria e posta rossa, 1878-1890’, Stampato, 1980 ca., traduzione da ‘Akademie verlag’, Berlino, 1959 prefazione e note dell’autore]