“Perché gli uomini non sono felici nel mondo moderno? Rousseau e Stenthal rispondono in base a categorie psicologiche. Marx risponde con la descrizione di un sistema nel quale la vanità, l’amor proprio, il desiderio metafisico (Girard), il risentimento (Schelers), il tumulto e lo svuotamento, la trasformazione del bene supremo in fantasma e la promozione del fantasma al livello di bene supremo nascono come interiorizzazione della struttura economica. La trasformazione di tutti i valori in semplici momenti transitori d’una corsa generale e assoluta verso altri valori, che ha per conseguenza lo svuotamento della vita; la degenerazione dell’idea della felicità in conforto e della ragione in manipolazione razionale delle cose e degli uomini; questa atmosfera quotidiana della vita moderna che inverte il mezzo col fine e il fine col mezzo, è ancorata alla struttura economica espressa dalla semplice formula: danaro – merce – più danaro. Se il mondo moderno nel cui ambito sorge l’interrogativo “perché l’uomo non è felice” è definito dalla frase “livellamento in luogo di reale comunità” (Marx, Grundrisse, p. 79), la praxis storica deve trasformare la struttura del mondo in modo che esso possa essere così definito: “reale comunità in luogo del livellamento”” [Karel Kosic, La dialettica della morale e la morale della dialettica, ‘Critica marxista’, n° 3 maggio-giugno 1964]