“Engels espresse più chiaramente questa idea dell’ordine di sviluppo delle strutture sociali su scala mondiale in una lettera a Kautsky del 1882: “Secondo il mio parere, le colonie propriamente dette, cioè i paesi occupati dalla popolazione europea – Canada, il Capo, l’Australia – diventeranno tutte indipendenti; d’altra parte quei paesi abitati dalla popolazione indigena che sono semplicemente sottomessi – India, Algeria, i possedimenti olandesi, portoghesi e spagnoli – devono per quel periodo essere conquistati dal proletariato e portati il più rapidamente possibile verso l’indipendenza. Come si svilupperà questo processo è difficile dire”. Engels continua: “Una volta che l’Europa e il Nord America siano riorganizzati, formeranno un potere così colossale e forniranno un tale esempio, che i paesi semicivilizzati seguiranno spontaneamente il nostro esempio. I fabbisogni economici ne saranno i soli responsabili. Ma sulle fasi politiche e sociali attraverso cui questi paesi dovranno passare prime di arrivare all’organizzazione socialista, ritengo che oggi possiamo avanzare solo delle ipotesi vuote. E’ certa solamente una cosa: il proletariato vittorioso non può imporre nessuna benedizione di nessun genere a nessuna nazione straniera senza minare ciò facendo la propria vittoria” (Marx Engels, Selected Works, vol. 2, Lawrence e Wishart, p. 665-666, Londra, 1942). Questa era l’opinione di Marx ed Engels” [Oscar Lange, Teoria marxista, economia politica e socialismo. Scritti di economia  e sociologia. I., 1975]