“Questo complesso incastro di società e natura, di logica e storia, può esser bensì reso – in via paradigmatica  – nella formula struttura-sovrastruttura, ma a patto che ciò non significhi spezzare, per disporne gli elementi in una costruzione a piani, l’unità del circolo concreto-astratto-concreto, così come il discorso generale sulla produzione, pur dovendosi disarticolare nei suoi membri costitutivi, li ricomprende in unità. E, si noti infine, la produzione moderna (= il mondo moderno) è una ‘relazione esteriore’, e perciò ‘sperimentale’, una totalità reale nella quale è dato riscontrare l’unità e articolazione dei suoi elementi (produzione = distribuzione = scambio = consumo = produzione), costituendo quel vivente intreccio di natura e società in cui la natura si va pienamente umanizzando nella produzione artificiale del mondo (industria e suoi svolgimenti) e in cui la società rivela, proprio a questo più alto grado di ‘astrazione e separazione dalla natura’, il suo fondamentale carattere ‘naturalistico’. Come facilmente si può vedere dalla stessa terminologia, lo svolgimento logico della ‘Introduzione’ ai ‘Grundrisse’ ci riporta alle formulazioni dei ‘Manoscritti’ del 1844, sebbene proprio a partire da questi ultimi (e dai loro problemi) sia maturata in Marx la ‘discesa’ verso l’indagine economica della società capitalistica di cui i ‘Grundrisse’ sono il grande laboratorio. Se le sintesi filosofiche dei ‘Manoscritti’ aprono verso le necessarie analisi dei ‘Grundrisse’ (e del ‘Capitale’), queste poi consentono di ricavare quelle stesse sintesi chiudendo il circolo filosofia-economia in modo nuovo: stravolgendolo in un circolo che è critica della filosofia speculativa, critica dell’economia politica, critica della politica e fondazione di una unitaria scienza dell’uomo sociale, in cui sia la logica che l’antropologia o l’etica non sono dissolte ma rifondate come membri di un’unica storia sociale. Il lavoro teorico dell’uomo è per Marx tanto la sussunzione nel pensiero del proprio lavoro pratico, quanto una sua funzione: chiarisce e ricomprende in sé i prodotti pratici della fatica umana nella misura in cui li riconosce come prodotti tipici distinti e indipendenti dal suo lavoro teorico e deve perciò concepire anche questo, in ultima analisi, come un momento distinto della unitaria e molteplice attività degli uomini come enti pratico-sensibili” [Umberto Cerroni, ‘Teoria della crisi sociale in Marx. Una reinterpretazione’, Bari, 1971]