“A proposito della borghesia, va qui ricordato che il valore storico del compito critico svolto da tale classe sociale sarà riconosciuto anche da Marx. Gli operai sanno che “il loro proprio movimento rivoluzionario può solo essere accelerato dal movimento rivoluzionario della borghesia contro i ceti feudali e la monarchia assoluta. Sanno che la loro lotta contro la borghesia può cominciare soltanto il giorno della vittoria della borghesia stessa”. E ancora, sul carattere di transizione dell’esperienza borghese: “gli operai possono e debbono necessariamente accettare la rivoluzione borghese come una condizione della rivoluzione operaia. Ma non possono considerarla neppure per un momento come loro scopo finale” (Marx-Engels Gesamtasugabe, serie I, vol VI, p. 319, cit. nell’edizione critica, a cura di Emma Cantimori Mezzomonti, del ‘Manifesto del Partito Comunista’ di Karl Marx e Friedrich Engels, Torino, 1949, pp. 255 e 225. Sui riconoscimenti dell’opera della borghesia contenuti nel ‘Manifesto’, e sul loro significato, cfr. Karl Lowith, Da Hegel a Nietzsche, Torino, 1949, p. 399)” [Domenico Fisichella, Crisi della politica e governo dei produttori, 2007]