“Per Hegel, l’ «opinione pubblica» opera positivamente nel mantenimento dell’ordine sociale solo se essa giunge «al vero pensamento e all’intelligenza della situazione e del concetto dello stato e dei suoi affari», in altri termini solo nella misura in cui «impara a conoscere ed apprezzare anche i compiti, i talenti, le virtù e le attitudini delle autorità dello stato e degli impiegati» (Hegel, 1965: par. 315, ‘Lineamenti di filosofia del diritto, Laterza, Bari, 1965). L’opinione pubblica insomma ha ancora per Hegel il compito di realizzare il detto hobbesiano. È solo nella ‘critica della Filosofia del diritto pubblico’ che finalmente Marx mette a fuoco il ruolo moderno della sfera pubblica o quella che dovrebbe essere se fosse rivoluzionata democraticamente. Essa dovrebbe sostituire non la società reale la fittizia società civile del potere legislativo per diventare principalmente una sfera della pubblica deliberazione e decisione sulla dirigenza e amministrazione di tutti i processi necessari alla riproduzione della società (Habermas, 1975: 152-153). Questa sostituzione non si sarebbe verificata nel senso prospettato da Marx e cioè nell’aspettativa diventata successivamente un ‘leit-motiv’ del marxismo ortodosso, dell’abolizione della sfera politica come artificiale luogo della concentrazione del potere politico. In realtà si è verificata l’istituzionalizzazione dell’opinione pubblica come luogo deputato alla tematizzazione delle trasformazioni sociali e come momento della discussione dei temi dell’istituzionalizzazione delle regole dell’ordine. Che è il processo esattamente inverso a quello prognosticato da Marx anche se i contenuti e i temi dell’opinione pubblica si spostano da quelli essenzialmente politici a quelli più sostanzialmente sociali (Habermas, 1975: 154-155). L’opinione pubblica, dunque, liberata dalla sua separatezza dai problemi della riproduzione della vita sociale forma il ‘trait-d’union’, il ‘medium’ di comunicazione tra società e stato e attraverso di essa il problema dell’ordine sociale si avvia verso la messa in opera di processi di istituzionalizzazione delle domande provenienti dalla periferia o da cerchie o collettività sociali sino ad allora esterne o ai marginali” (pag 215-216) [Miriam Campanella, ‘Stato-nazione e ordine sociale. Modelli e paradigmi delle società complesse’, Franco Angeli, Milano, 1984]
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- Articolo pubblicato:2 Gennaio 2025