“Già nel secolo XV la necessità dell’unificazione statale diviene così evidente che la “ragion di stato” incomincia a considerarsi come criterio supremo della politica. Questa “ragion di Stato” rappresenta in ultima analisi l’interesse della classe dominante nel suo insieme. Ma essa viene eretta a “bene pubblico”, che deve essere assicurato dallo Stato, se necessario, anche con la violenza. Tutti i mezzi sono leciti per assicurare il “bene pubblico”. La religione cessa di assolvere una funzione importante e la politica stessa si rende ormai sempre più autonoma dalla morale. “…A partire da Machiavelli, Hobbes, Spinoza, Bodin, ecc., ecc., dice Marx nell”Ideologia tedesca’ – nell’epoca moderna, per non parlare degli autori più antichi, la forza viene rappresentata come fondamento del diritto; per tal modo l’analisi teorica della politica viene emancipata dalla morale…”. Machiavelli per primo, e forse con maggior coerenza, enunciò queste nuove concezioni relative allo Stato e alla politica” [Vladimir Potiomkin, Storia della diplomazia (Istoria Diplomatii). Volume primo, 1956]
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- Articolo pubblicato:12 Febbraio 2014