“La realtà è che esistono nel ‘Capitale’ (così come nelle opere preparatorie) due forme fondamentali di ordine teorico, nettamente distinte tra di loro. La prima forma è quella a cui si riferisce Engels nella sua recensione ed è effettivamente dominante in ‘Per la critica’, così come nelle prime due sezioni del I libro del ‘Capitale’ e gioca inoltre un ruolo importante in tutto il resto del primo e del terzo libro, mentre svolge un ruolo soltanto marginale nel secondo libro. Questo ordine teorico corrisponde a quello che siamo soliti chiamare «metodo dialettico» ed è anche l’unico che – stando alla mera forma – può essere considerato tale. D’altro canto, una analisi più approfondita ci rivela che questo ordine teorico serve a Marx soltanto per individuare e spiegare una dimensione della struttura reale, fondamentale fin che si vuole, specifica fin che si vuole (perché trascurata dagli scienziati sociali «borghesi»), ma niente affatto unica. La struttura reale ha viceversa, secondo Marx, per lo meno una seconda dimensione (trascurata da Hegel, Proudhon e da tutti i dialettici «idealisti», come Marx più volte sottolinea, polemizzando asparmente) che può essere analizzata e spiegata soltanto usando un diverso tipo di ordine teorico. Questa dimensione è precisamente quella a cui si riferisce Marx nel passo citato (a), quando parla di «articolazione organica all’interno della moderna società borghese» e di «relazione in cui esse (le categorie economiche) si trovano l’una con l’altra nella moderna società borghese». A questa seconda dimensione della struttura reale corrisponde una seconda forma di ordine teorico, che domina nel II libro del ‘Capitale’, giuoca nel primo e soprattutto nel terzo libro un ruolo almeno altrettanto importante del primo ordine teorico e infine determina la disposizione generale degli argomenti (4). Il metodo dialettico di Marx si fonda su di un complesso intreccio di questi due ordini teorici, per cui preferiamo mantenere il termine di «metodo dialettico» per la loro unità. Indicheremo invece i due metodi particolari con termini a sé, scelti in riferimento alla loro peculiare funzione teorica, in base a suggerimenti terminologici tratti dagli stessi testi di Marx, e cioè rispettivamente: «ordine teorico genetico» ed «ordine teorico funzionale» (5)” (pag 120-121) [Alessandro Vercelli, ‘Teoria della struttura economica capitalistica. Il metodo di Marx e i fondamenti della critica all’economia politica’, Fondazione Luigi Einaudi, Torino, 1973] [(4) Lo stesso privilegiamento della categoria di capitale e la precedenza conferitagli rispetto la categoria della «proprietà fondiaria» risale a questo secondo criterio: si veda il notissimo passo in I, ’57, 194-195; (5) Un’avvertenza: sia il termine ‘genesi’ che il termine ‘funzione’ hanno in Marx una accezione peculiare che si distingue da molte altre oggi correnti. Così, per es., per spiegazione o analisi «genetica» si intende oggi spesso la ricostruzione della nascita e dell’evoluzione di un elemento singolo che caratterizza una certa struttura (si veda per es. la ricostruzione della spiegazione genetica effettuata da C.G. Hempel, in ‘La spiegazione nella scienza e nella storiografia’, trad. it., in: F. Bercelli, ‘Problemi di metodo e di logica nelle scienze sociali’, Trento, 1969, pp. 86-90). Noi ci riferiamo invece, con Marx, all’evoluzione di intere strutture (secondo un’accezione che trova comunque analogia in autori contemporanei come J. Piaget (1968) L. Apostel (1962) ecc. (…); (a) «Sarebbe dunque inopportuno ed erroneo disporre le categorie economiche nell’ordine in cui esse furono storicamente determinanti. La loro successione è invece determinata dalla relazione in cui esse si trovano l’una con l’altra nella moderna società borghese, e che è esattamente l’inversa di quella che si presenta come loro relazione naturale o corrisponde alla successione dello sviluppo storico. Non si tratta della posizione che i rapporti economici assumono storicamente nel succedersi delle diverse forme di società ed ancor meno della loro successione «nell’idea» (Proudhon), che non è che una nebulosa rappresentazione del movimento storico, ma della loro articolazione organica all’interno della moderna società borghese» (Marx, Per la critica dell’economia politica’) (1., I, ’57, 196]; «Il modo logico di trattare la questione era dunque il solo adatto. Questo non è però altro che il modo storico, unicamente spogliato della forma storica e degli elementi occasionali perturbatori. Nel modo come incomincia la storia, così deve pure incominciare il corso dei pensieri, e il suo corso ulteriore non sarà altro che il riflesso in forma astratta e teoricamente conseguente, del corso della storia; un riflesso corretto, ma corretto secondo le leggi che il corso stesso della storia fornisce, poiché ogni momento può essere considerato nel punto del suo sviluppo in cui ha raggiunto la sua piena maturità, la sua classicità» (F. Engels, Recensione a ‘Per la critica’ (…), P.C., 208]