“Nel rapporto di scambio come nel rapporto di produzione si riflettono ‘rapporti sociali’: essi sono rapporti fra ‘classi’, non fra cittadini liberi ed eguali (fraterni, per giunta!) e fra classi ‘antagoniste’, monopolizzatrice l’una dell’ ‘intera’ ricchezza materiale sociale, nuda di qualunque ricchezza materiale sociale l’altra. Il mito va in frantumi: «Il capitale non è una cosa più che non lo sia il denaro. Nell’uno come nell’altro, determinati rapporti produttivi sociali fra persone appaiono come rapporti fra cose e persone, ovvero determinati rapporti sociali appaiono come proprietà sociali naturali di cose. ‘Senza salariato’, dacché gli individui si fronteggiano come persone libere [noti il lettore come volino in pezzi, uno dopo l’altro e tutti insieme, gli “eterni principi” della rivoluzione democratica borghese], ‘niente produzione di plusvalore; senza produzione di plusvalore, niente produzione capitalistica, quindi niente capitale e niente capitalisti!»’. Non v’é capitale senza lavoro salariato; non v’è lavoro salariato senza capitale. Ne tragga l’economista borghese la conclusione che, dunque, non v’è lavoro che non sia salariato, come non v’è oggetto e mezzo di lavoro che non sia capitale; la classe operaia ne trarrà l’altra lezione, formulata proprio in quegli anni (1865) da Marx: «Abolizione del lavoro salariato!»” (pag XVI-XVII) [presentazione di Bruno Maffi, (in) Karl Marx, ‘Il Capitale: Libro I, capitolo VI inedito. Risultati del processo di produzione immediato’, La Nuova Italia, Firenze, 1969]
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:9 Maggio 2025