“La teoria marxiana della produzione e della distribuzione del plusvalore è basata su una premessa metodologica fondamentale che non è stata sufficientemente analizzata: ‘l’ammontare totale del plusvalore è determinato precedentemente e indipendentemente dalla divisione di esso in parti aliquote’. La parti aliquote del plusvalore sono determinate ad uno stadio successivo di analisi, nel quale l’ammontare totale del plusvalore è preso come grandezza data. Questa premessa è discussa per la prima volta da Marx nei ‘Lineamenti’ in relazione alla perequazione dei saggi di profitto nelle differenti branche della produzione. Nel secondo abbozzo del ‘Capitale’, scritto nel 1861-63, parti del quale sono state pubblicate in inglese soltanto recentemente, Marx prende le mosse da questa premessa quando elabora la propria teoria della rendita, dell’interesse e del profitto mercantile. Negli abbozzi rimanenti del ‘Capitale’, questa premessa fondamentale è coerentemente ribadita ed enfatizzata, specialmente nel terzo libro, nel quale la distribuzione del plusvalore è l’argomento principale. Marx esprime questo fondamentale assunto alla sua teoria, relativa all’anteriore determinazione della quantità totale del plusvalore, nei termini della distinzione tra i differenti stadi di analisi del “capitale generale” e della “concorrenza” (o dei “molti capitali”). Il capitale in generale si riferisce alle proprietà essenziali che tutti i capitali hanno in comune. Il tratto più importante, comune a tutti i capitali, è la loro capacità di auto-espandersi, ossia la loro capacità di produrre plusvalore. Dunque, il problema principale implicito nell’analisi del capitale in generale è la determinazione della quantità totale del plusvalore prodotto nell’economia capitalistica nel suo complesso. La concorrenza si riferisce alle relazioni tra i capitali e, in particolare, alla distribuzione del plusvalore tra i capitali: prima tra le differenti branche della produzione, poi nell’ulteriore divisione del plusvalore in profitto industriale, profitto mercantile, interesse e rendita. Sfortunatamente, questa importante premessa alla teoria marxiana è stata pressoché completamente elusa nella vasta letteratura sul tema, almeno in quella inglese. In particolare questa premessa non è stata debitamente considerata nel lungo dibattito sul cosiddetto “problema della trasformazione”. La principale eccezione a questa omissione è Rosdolsky (1977: 41-50 e 367-75), il quale sottolinea che la spiegazione di Marx della perequazione dei saggi di profitto tra le industrie nei ‘Lineamenti’ è basata proprio su questo principio (un’altra eccezione è Foley, 1986). Comunque la trattazione di Rosdolsky è ugualmente limitata: essa si riferisce esclusivamente ai ‘Lineamenti’ e alla teoria marxiana dell’uguaglianza dei profitti e non ai successivi abbozzi del ‘Capitale’ né alle altre componenti del plusvalore” [Fred Moseley, ‘Lo sviluppo della teoria marxiana della distribuzione del plusvalore’] [in ‘Marx in questione. Il dibattito “aperto” dell’International Symposium on Marxian Theory’, a cura di Riccardo Bellofiore e Roberto Fineschi, 2009]
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- Articolo pubblicato:28 Settembre 2012