“Le idee del Marx e dell’Engels sul materialismo storico non sono racchiuse in trattazioni sistematiche, ma sparse in alcune decine di volumi. Il compito dell’interprete è quindi arduo e difficile. Abbiamo detto che il Labriola cominciò dal procurarsi i testi originali e li sottopose poi ad un lavoro di sagace interpretazione. Per questa egli seguì un metodo rigoroso, che noi possiamo condensare nella sequenza logica di interpretazione letterale, di ricostruzione logica, di genesi storica, di critica (4). Soffermiamoci sugli ultimi due aspetti. Il Labriola si rese conto che l’opera del Marx non era intelligibile senza ricercarne la genesi storica e ne fece oggetto di ricerche nei corsi di Filosofia della storia degli anni 1892-93, 1893-94 e 1894-95, in cui rifece il cammino del socialismo moderno. Per questo lavoro egli non aveva avanti a sé una tradizione di studi e dovette contare solo sulle proprie forze, acquistando libri specialmente all’estero; forgiandosi le proprie armi di indagine e di ricostruzione. Soprattutto egli adottò il metodo che i suoi studi sul Marx gli suggerivano. Il Labriola non separò le ideologie dalla realtà della vita per mummificarle in classificazioni astratte, ma di esse cercò il significato vero e recondito nelle condizioni delle società, in cui si manifestarono, nei moti delle classi, nella biografia degli individui. Egli le considerava come ‘formazioni’ e pensava che intenderle non si potesse, senza penetrarne l’origine. Tale metodo il Labriola lo chiama ‘genetico’, perché si fonda sul concetto che le cose succedono alle cose e di questo succedersi trova l’intima ragione nelle cose stesse. Ma lo studio genetico dei fatti può assumere due aspetti: può tirar fuori le idee dalle idee, superando il tempo, lo spazio, le circostanze, gli uomini, la storia; può invece muovere dalle cose per giungere alle idee. La prima è genesi ‘ideologica’, la seconda ‘realistica’. L’applicazione del metodo genetico alla storia, che era cominciata col Thierry e aveva trovata la sua esplicazione filosofica nel Marx, continuava dunque col Labriola, che vi portava dentro una maggiore consapevolezza della complessità dei fatti storici e uno spirito critico più accorto e distaccato (5). L’esame critico e la valutazione delle opere dei due fondatori del socialismo scientifico costituì la parte più originale e nuova del lavoro di interpretazione. Ma nello stesso tempo questa era la più difficile, perché coinvolgeva la posizione soggettiva del ricercatore” (pag 5-6) [introduzione di Luigi Dal Pane, in Antonio Labriola, ‘Il materialismo storico. Antologia sistematica a cura di Carlo Poni’, Casa editrice Felice Le Monnier, Firenze, 1968] [(4) L. Dal Pane, ‘Per un riesame critico dell’opera di Carlo Marx’, in ‘Nuova Rivista di Diritto commerciale, Diritto dell’economia, Diritto sociale’, 1948; (5) L. Dal Pane, Antonio Labriola, Roma, 1935, p. 249 ss.]