“Terminando così l’esame del progetto del compagno S. [Sokolnikov], dobbiamo notare soprattutto un’altra aggiunta molto preziosa, che egli propone e che, a mio parere, bisognerebbe accettare e perfino ampliare. E precisamente: egli propone di aggiungere nel paragrafo che parla del progresso tecnico e dell’incremento dell’impiego del lavoro delle donne e dei fanciulli: (impiegare) «parimenti il lavoro degli operai stranieri non qualificati, importati dai paesi arretrati». E’ un’aggiunta preziosa e necessaria. E’ infatti proprio caratteristico in particolare dell’imperialismo questo sfruttamento del lavoro degli operai ‘peggio pagati’ provenienti dai paesi arretrati. Proprio su di esso è fondato, in certa misura, il ‘parassitismo’ dei paesi imperialistici ricchi, che corrompono anche una parte dei propri operai con una paga più alta, mentre sfruttano oltre misura e senza vergogna il lavoro degli operai stranieri «a buon mercato». Alle parole «peggio pagati», bisognerebbe aggiungere anche: «e spesso privi di diritti», poiché gli sfruttatori dei paesi «civili» approfittano sempre del fatto che gli operai stranieri importati sono senza diritti. Ciò si osserva costantemente non solo in Germania nei confronti degli operai russi, cioè provenienti dalla Russia, ma anche in Svizzera nei confronti degli italiani, in Francia nei confronti degli spagnoli e degli italiani, ecc.” [V.I. Lenin, ‘Per la revisione del programma di partito’. Estratto da ‘Opere complete’, volume XXVI, settembre 1917 – febbraio 1918′, Roma, 1966, Edizioni Lotta comunista, Milano, 2002] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:24 Gennaio 2017