“Nel ‘Manifesto’ Marx precisa: “In Polonia i comunisti appoggiano il partito che fa d’una rivoluzione agraria la condizione della liberazione nazionale. Lo stesso partito che promosse l’insurrezione di Cracovia del 1846” (‘Manifesto’, ed. cit., p. 243). Il riferimento al ‘Manifesto’ di Cracovia può essere casuale, ma ci sono ben altri “motivi di supporre” nel ‘Manifesto’ di Marx ed Engels riferimenti precisi ai ‘Pensieri sulla democrazia’ di Mazzini. Nel primo capitolo del ‘Manifesto’, intitolato “Borghesi e proletari”, è esposta la concezione storica della lotta di classe: «La storia di ogni società, esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classe”. Nel secondo capitolo, intitolato “Proletari e comunisti”, è precisata la posizione dei comunisti come partito nei confronti degli altri partiti di lavoratori, con “un esame polemico delle principali accuse rivolte dai partiti borghesi ai comunisti” (‘Manifesto’, ed. cit., p. 121). Accuse al comunismo erano state rivolte da Mazzini nel suo articolo apparso sul ‘People’s Journal’ del 17 aprile 1847, e un confronto testuale con le risposte contenute nella seconda parte del ‘Manifesto’ mi sembra giustificato, soprattutto se alla successione di alcune accuse di Mazzini (‘Thoughts’, VI, “Communism”, vol. XXXIV, pp. 206-246; qui pp. 130-140) si fa corrispondere la successione di parecchie risposte di Marx (‘Manifesto, II, “Proletari e comunisti’, ed. cit., pp. 147-158). (…) Dal confronto testuale risulta una sorprendente sintonia che ci suggerisce di ritenere gli articoli di Mazzini una fonte del ‘Manifesto’ di Marx. Né si possono trascurare nella ricostruzione del dibattito sul comunismo e sulla democrazia le due lettere contro Mazzini inviate al “People’s Journal” da Hugh Doherty e da Goodwin Barmby. Il giornale “Northern Star” del 4 dicembre 1847 riportò che a nome dell’Associazione democratica di Bruxelles il vicepresidente dottor Karl Marx prese la parola in tedesco e auspicò un congresso dei lavoratori di tutte le nazioni per far trionfare la libertà nel mondo. Nella riunione era presente anche Goodwyn Barmby, l’autore della lettera di ‘Defence of Communism in answer to Joseph Mazzini’: è giusto supporre che lo stesso Barmby fece conoscere a Marx la sua lettera a Mazzini, e Marx, forse, ne tenne conto nella terza parte del ‘Manifesto’, rispondendo ironicamente: “Non c’è cosa più facile che dare una tinta socialistica all’ascetismo cristiano” (‘Manifesto’, ed. cit., p. 173). Visti in una prospettiva storica, i ‘Thoughts upon Democracy in Europa’ vennero considerati a Londra come un ‘Manifesto democratico’, rivolto da Mazzini al pubblico europeo, per ribadire la propria dottrina politica che metteva insieme “equality” e “liberty”, “democratic principle” e “reprensative government”. Tutta la riflessione di Mazzini sulla democrazia si concludeva, come un ‘Credo’, con una serie di ‘I believe’ (…)” (pag 62-66) [Salvo Mastellone, a cura, ‘Giuseppe Mazzini, pensieri sulla democrazia in Europa’, Feltrinelli, Milano, 1997]