“Nella sua lettera, pubblicata in un’altra parte del giornale, il compagno D.R. accenna alla tesi in cui il compagno Lenin esprime la sua solidarietà col movimento torinese e con l’ ‘Ordine Nuovo’. Ecco le parole del compagno Lenin: «Per ciò che riguarda il Partito socialista italiano, il II Congresso della III Internazionale trova fondamentalmente giuste la critica di questo partito e le proposte pratiche, che sono state pubblicate, come indirizzo della sezione torinese al Consiglio del Partito socialista italiano, nel giornale l’ ‘Ordine Nuovo’ dell’8 maggio 1920 e che corrispondono integralmente a tutti i principi fondamentali della III Internazionale. Per queste ragioni il II Congresso della III Internazionale prega il Partito socialista italiano di convocare al più presto un congresso straordinario per esaminare queste proposte e tutte le decisioni dei due congressi dell’Internazionale comunista, particolarmente in merito al gruppo parlamentare e agli elementi non comunisti del Partito» (1). La relazione che la sezione socialista di Torino aveva preparato per il Consiglio nazionale dell’aprile che era convocato a Torino e fu all’ultimo momento trasferito a Milano, non è conosciuta che dai lettori dell’ ‘Ordine Nuovo’ e dai pochi lettori dell’opuscolo ‘Per un rinnovamento del Partito socialista italiano’ (2): essa non fu presa in nessuna considerazione dagli organismi centrali e responsabili del Partito. Letta a Mosca dai compagni del comitato esecutivo della III Internazionale, essa venne invece assunta come base del giudizio sul Partito socialista e additata come oggetto di utile discussione per un congresso straordinario. (…) Cose passate… Avvenimenti che paiono oggi lontanissimi. Corre voce che alcuni dei più accaniti contro i «torinesi» abbiano completamente mutato parere. E tuttavia, per il ricordo delle giornate di passione vissute nell’aprile scorso, fa piacere a noi, come farà indubbiamente piacere a tutti i compagni della sezione e alla massa operaia, essere informati che il giudizio del Comitato esecutivo della III Internazionale è molto diverso da quello, che pareva inappellabile, dei maggiori esponenti italiani del Partito; essere informati che proprio il giudizio dei «quattro scalmanati» torinesi ha avuto il suffragio dell’autorità più alta del movimento operaio internazionale” (pag 359-360) [Antonio Gramsci, Scritti politici I, L’Unità – Editori Riuniti, Roma, 1972] [articolo non firmato ‘Il giudizio di Lenin’, ‘L’Ordine Nuovo’, 21 agosto 1920, sotto la rubrica ‘Cronache dell’Ordine Nuovo’; (1) Dalle ‘Tesi sui compiti fondamentali del II Congresso dell’IC’, punto 17, Cfr. Lenin, ‘Sul movimento operaio italiano’, Roma, 1962, pp. 194 e 195; (2) Cfr. pp. 315-321 del presente volume]
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- Articolo pubblicato:14 Marzo 2025