“Abbiamo già sottolineato la funzione e il ruolo della scienza in rapporto con lo sviluppo dell’industria. Innanzitutto è emerso il carattere storico e sociale quindi pratico e politico, che la connessione ta scienza e industria viene ad assumere. Inoltre si è visto come Marx non rinunci all’esigenza di una scienza della storia e della società riconducibile a una qualche forma di unità. Si può anche osservare che in questa ottica l’economia politica, in quanto scienza della moderna società industriale, ma non solo di essa, tende a dilatare i propri confini sino a coincidere con lo studio della storia umana in generale. Ciò che ora vogliamo considerare, sono gli aspetti più generali, descrittivi potremmo dire, che Marx ritiene esprimano le qualità intrinseche all’attività scientifica. Occorre perciò aver presenti alcuni caratteri della concezione epistemologica cui Marx pare far riferimento, tenendo conto che, in mancanza di una esposizione organica – la famosa logica di cui Lenin lamentava la mancanza (21) – potremo basarci solo sulle sparse opinioni espresse in merito dal nostro autore. “Le verità scientifiche sono sempre paradossi quando vengono misurate alla stregua dell’esperienza quotidiana, la quale afferra solo l’apparenza ingannevole delle cose” (22). Si tratta perciò di spiegare come la differenza instaurata dalla riflessione scientifica rispetto al senso comune conservi in qualche misura il ricordo dell’esperienza immediata, avendo ben presente che “Secondo le parole stesse di Marx ‘il dire che una è la base della vita e un’altra è quella della scienza’ è ‘a-priori’ falso; la scienza, isolata dalla società, è pura speculazione, come l’idealismo al suo meglio” (23). Non si può sottovalutare la forza di questa istanza unitaria che per Marx è un presupposto fondamentale dell’attività intellettuale, alla pari del rifiuto di qualsiasi dualismo, in particolare delle unilateralità materialistiche o idealistiche. Se quindi l’inizio non può che essere offerto dalla percezione immediata, dalla sfera della vita quotidiana, occorre rendersi conto che già nel porre questo inizio, nel riflettere su di esso, la sua concretezza esistenziale dilegua, duplicandosi e trasformandosi in una prima forma di astrazione, come del resto già Hegel aveva mostrato a proposito del ‘qui’ e ‘ora’ della coscienza sensibile nella ‘Fenomenologia dello spirito’. Tuttavia nell”Ideologia tedesca’ vediamo delinearsi una sorta di fenomenologia alternativa a quella hegeliana, i cui presupposti sono concepiti in maniera tale da non dimenticare il terreno naturale, l’esistenza concreta che rende possibile questo dispiegarsi dell’attività riflessiva: “La produzione delle idee, delle rappresentazioni, della coscienza, è in primo luogo direttamente intrecciata all’attività materiale e alle relazioni materiali degli uomini, linguaggio della vita reale. Le rappresentazioni e i pensieri, lo scambio spirituale degli uomini appaiono qui ancora come emanazione diretta del loro comportamento materiale. Ciò vale allo stesso modo per la produzione spirituale, quale essa si manifesta nel linguaggio della politica, delle leggi, della morale, della religione, della metafisica, ecc., di un popolo… La coscienza non può mai essere qualche cosa di diverso dall’essere cosciente, e l’essere degli uomini è il processo reale della loro vita” (24). Per come è concepito, questo modo di intendere il processo che porta alla naturalità spontanea alla scienza si differenzia nettamente da Hegel” (pag 127-128) [Emanuele Ronchetti, ‘All’ombra di Marx. Un esercizio di lettura’, Edizioni Dell’arco, Milano, 1995] [(21) “Anche se Marx non ci ha lasciato una ‘Logica’ (con la lettera maiuscola), ci ha lasciato però la ‘logica’ del ‘Capitale’ che bisognerebbe utilizzare al massimo”, Lenin, ‘Quaderni filosofici’, Editori Riuniti, Roma, 1971, p. 341; (22) K. Marx, ‘Salario, prezzo e profitto’ (1865), in ‘Opere complete’, vol. XX, Editori Riuniti, Roma, 1987, p. 127. Tutta la terza sezione del capitolo 48 del terzo libro del ‘Capitale’, ‘La formula trinitaria’, può essere letta come uno sviluppo di questa affermazione; (23) P. Thomas, ‘Marx and science’, ‘Political Studies’, XXV, 1976, p. 23. Le parole di Marx sono citate dai ‘Manoscritti economico-filosofici del 1844’, cit., pp:121-122, v. sopra p. 86; (24) ‘Ideologia tedesca’, pp. 21-22, in K. Marx F. Engels, ‘Opere complete’, vol. V, cit., Op. cit., pp. 22-23]
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- Articolo pubblicato:18 Marzo 2025