“Nei ‘Grundrisse’ l’apertura di un nuovo quaderno produce spesso in Marx la necessità di riconsiderare il filo del discorso. Di sicuro è quello che accade nel cambio dal primo al secondo, dove il discorso vira improvvisamente sulla ricchezza, un concetto ideale, e nella sua realizzazione materiale nel denaro, la cui «sostanza è la ricchezza stessa (…) nella sua astrazione dai suoi modi di esistenza particolare». In altre sedi Marx distinguerà più nettamente fra ricchezza e valore, laddove qui sembra nascondere alla vista ogni tipo di separazione (in parte perché la sua teoria del valore, sospetto io, deve trovare ancora pieno sviluppo). «Il valore di scambio costituisce la sostanza del denaro, e il valore di scambio è la ricchezza» ci conferma (p. 159). Per quanto siano le merci particolari a formare la sua sostanza, il denaro in qualche modo si distingue da tutti i generi di ricchezza legati a questa particolarità delle merci costituendo «la forma generale della ricchezza». Nel suo ruolo principale esso stesso è ricchezza, laddove nel secondo (quello delle merci) è piuttosto la sua rappresentazione materiale e generale. «Il denaro è (…) il dio tra le merci» (p. 160). Nel pubblicare la lista dei capitalisti più ricchi e più potenti al mondo, ‘Forbes’ misura questa loro ricchezza non soltanto dalla quantità di soldi che controllano, ma anche dal valore monetario delle loro proprietà (immobiliari, intellettuali, ecc.) e risorse (titoli, azioni, merci) e tutta una serie di beni immateriali come la reputazione). È esattamente a questo che si riferisce Marx, quando mette assieme ricchezza diretta (denaro) e sua rappresentazione monetaria in forma di merce per restituirci infine la ricchezza totale” (pag 115-116) [David Harvey, ‘Leggere i Grundrisse. Un viaggio negli appunti di Karl Marx’, Edizioni Alegre, Roma, 2024]
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- Articolo pubblicato:24 Febbraio 2025