“Anche Hilferding sarebbe arrivato ben presto alle posizioni già propagandate da Kautsky a partire dal 1914-1915. Accostare il partito socialdemocratico revisionista, l’SPD, dopo la parentesi nell’USPD ortodossa, e aderire alle regole politiche della Repubblica di Weimar e dell’obbiettivo prioritario del mantenimento della pace e della democrazia implicava per lui un notevole mutamento di prospettiva. A questo mutamento corrisponde il concetto di “capitalismo organizzato”. G.E. Rusconi, nel suo fondamentale saggio sulla Repubblica di Weimar’, ci informa che «il termine ‘capitalismo organizzato’ appare in Hilferding per la prima volta con significato univoco in un articolo del 1915» (10). Secondo tale articolo si va verso «una società a economia organizzata, certo, ma in modo autoritario (‘herrschaftlich’), non democratico, al cui vertice starebbero i poteri unificati dei monopoli capitalisti e dello stato sotto i quali le masse lavoratrici si articolerebbero in modo gerarchico come funzionari della produzione. Invece del superamento della società capitalistica tramite il socialismo si avrebbe la società di un capitalismo organizzato, società adattata meglio che nel passato ai bisogni immediati materiali delle masse» (11). Il capitalismo organizzato non sarebbe dunque che una applicazione storica concreta del caso limite di “cartello generale” – l’interessante novità concettuale che abbiamo rilevato nel ‘Capitale Finanziario’. Tuttavia qui la concezione del corso storico non è ancora cambiata: il capitalismo organizzato può essere impiegato ‘solo’ dalle classi dominanti come forma nuova del loro dominio, come mezzo d’integrazione della classe operaia; esso non appare ancora come il terreno in cui si esercita fin da subito la capacità d’organizzazione della classe operaia. Così pure la democrazia non appare ancora come il terreno istituzionale che rende possibili i cambiamenti sociali o la determinazione attiva del corso storico, secondo la concezione di Kautsky. Rusconi osserva giustamente che è un diverso modo di intendere la questione del potere (‘Frage zur Macht’) che determina il passaggio dall’ortodossia alla nuova maniera. Nel ‘Capitale Finanziario’ si diceva che la questione di sapere a chi toccherà il controllo cosciente della produzione e a chi la produzione stessa ‘è una questione di rapporti di forza’; dopo la guerra Hilferding specificherà questa posizione nel senso che, se solo i rapporti di forza decidono a chi appartiene il controllo, nei regimi parlamentari si tratterà propriamente di rapporti di forza partitico-elettorali e legale-istituzionali (12). Nei saggi di Hilferding degli anni Venti (13) troviamo dunque i temi propri del ‘Capitale Finanziario’, integrati dall’idea di democrazia come terreno della transizione e con una forte sottolineatura del carattere stabile dell’economia del capitalismo organizzato rispetto a quello liberale: quando egli ammette che «l’instabilità dei rapporti di produzione capitalistici è diminuita , le crisi, o almeno le loro ripercussioni sui lavoratori, si sono mitigate» (14), manca il richiamo rituale agli effetti che la legge della caduta tendenziale del profitto non mancherà in ultima istanza di produrre. Il problema non è più quello di superare l’anarchia della libera concorrenza, che la direzione cosciente dell’economia da parte della classe capitalista cerca ormai con crescente successo di regolare, ma di superare la “contraddizione aperta” tra il ‘carattere regolato cosciente dell’economia” e i “fondamenti opposti della proprietà”, ereditati dalle epoche precedenti del capitalismo inorganizzato, e di trasformare «un’economia organizzata in modo gerarchico in un’economia organizzata in modo democratico» (15)” (pag 135-136) [Federico Repetto, ‘Postcapitalismo? Ricostruzione di un concetto-limite della teoria marxiana dei modi di produzione’, Tirrenia Stampatori, Torino, 1981] [(11) Citato da Rusconi, op.cit., p. 179. L’articolo di Hilferding è ‘Arbeitermeinschaft der Klassen?’, nel “Vorwârts” del 12 ottobre 1915; (12) Cfr. Rusconi, op. cit., p. 180; (13) Due ci sembrano particolarmente significativi ai fini dell ansotra analisi: ‘Die Probleme de Zeit’ del 1924, che apre il primo numero di ‘Die Gesellschaft’, la rivista animata da Hilferding, e ‘Die Aufgaben der Sozialdemocratie’, che è il suo intervento al congresso socialdemocratico di Kiel del 1927, pubblicato in ‘Protokoll über die Verhandlungen des SPD-Parteitage’, Kiel, 1927; (14) ‘Die Probleme der Zeit’, cit, p. 2; (15) Op. cit., p. 3. in ‘Aufgaben ecc.’, cit., pp. 168-169, egli afferma addirittura: «Capitalismo organizzato signfica in realtà la sostituzione del principio capitalista della produzione pianificata… Se tale è la situazione, allora sono evidentemente l’organizzazione capitalisa dell’economia, da una parte, e l’organizzazione dello stato, dall’altra, che entrano in opposizione e il problema è di sapere quale forma vogliamo dare alla loro penetrazione reciproca». È posta dunque per la nostra generazione «la questione di trasformare con l’aiuto dello stato, con l’aiuto della cosciente regolazione sociale, questa economia organizzata e diretta dei capitalisti in una economia diretta dalla stato democratico». Si tratta cioè della «questione del socialismo»]